Caverni, Raffaello
,
Storia del metodo sperimentale in Italia
,
1891-1900
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463
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nalizia e dagli uffici, successi altri monaci a quelli, co'quali era convissuto
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/>
il Castelli, nessuno poi pensò più agli scritti postumi di lui, de'quali nono
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/>
stante si lasciò prendere copia ad alcuni periti d'acque, per servirsene ai
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/>
loro studii. </
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>Una di coteste copie giunse alle mani del Barattieri quando, pubblicata
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nel 1656 la prima parte della sua
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Architettura d'acque,
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attendeva a scri
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vere la seconda. </
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>E perchè l'esperienze, che avevano indotto il Castelli a sta
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bilire le velocità proporzionali alle altezze, trovò che riscontravano con le sue
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/>
proprie, fatte nell'acquedotto della Codogna; volle che ne fosse nota a tutti
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/>
la dimostrazione, incominciando a inserir nella stampa delle cose sue le pro
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/>
posizioni inedite dello stesso Castelli. </
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>Varietà d'accidenti avendo fermata
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l'impressione dell'Opera alla fine del quarto libro, quando il Barattieri tornò
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a ripigliarla in mano erano già in Bologna dal Manolessi mandati insieme
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/>
alla luce per le stampe del Dozza, i due libri della Misura delle acque cor
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renti, conforme all'edizione del 1626 rispetto al primo, e conforme al ma
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/>
noscritto, copiato nell'abbazia di S. </
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s
>Callisto di Roma, rispetto al secondo. </
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/>
Alcuni forse dei nostri Lettori, syolgendo il volume, avranno a pag. </
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>82 tro
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vata scritta la proposizione seconda con la sua dimostrazione; altri però,
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/>
benchè lusingati d'aver copia identica a questa, come quella che in tutto
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/>
corrisponde all'esterno, e che è del medesimo anno, e del medesimo edi
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/>
tore; troveranno alla detta pagina, invece della dimostrazione, un avverti
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/>
mento scritto in carattere corsivo. </
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>Il fatto, non nuovo forse ai bibliofili, ma
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/>
però non comune, deve aver messo una certa curiosità in tutti coloro che
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/>
l'hanno osservato, e noi ci proponiamo di sodisfarla, com'assunto princi
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pale di questa storia. </
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>Si disse che, andato a monte il negoziato del Ricci, nessuno pensava
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/>
più alla pubblicazione degli scritti postumi del Castelli, e ne aveva forse de
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/>
posta ogni speranza lo stesso principe Leopoldo dei Medici, nelle mani del
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quale erano i venerati manoscritti, perchè, venuta la morte a rapirgli di pa
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/>
lazzo il Torricelli, non vedeva chi tra i discepoli potesse degnamente sosti
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/>
tuirlo nel glorioso ufficio di correggere l'opera del Maestro. </
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>Ma la notizia
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ch'egli ebbe della stampa in Bologua, nell'atto stesso del venir pubblicata,
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non lasciava oramai più a dubitare di quel che fosse da farsi: al marchese
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/>
Cospi, luogotenete del Granduca a Bologna, faceva scrivere in tali termini,
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/>
quali si ricavano dalla seguente minuta, che c'è rimasta: </
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s
>“ Il Manolessi, stampatore di Bologna, ha già finito di stampare le opere
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/>
di don Benedetto Castelli sopra l'Acque correnti, e di più v'ha aggiunte
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/>
altre cosette, o rifiutate o falsamente attribuite al detto Padre. </
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s
>Però si de
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/>
sidera che il Manolessi sospenda la pubblicazione di tale opera, e ne mandi
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/>
qua una copia, per poterla far correggere dai discepoli del detto padre Ca
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/>
stelli, ed anco s'invieranno due altri libretti bellissimi, e desideratissimi, del
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/>
medesimo Autore, uno
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Del modo di farsi la vista,
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e l'altro
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Del bianco e
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/>
del nero,
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non mai stampati, i quali rendano più caro e desiderato il libro
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/>
di quel grand'Uomo, di quel che non sarà pubblicandolo manchevole ed adul-</
s
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chap
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archimedes
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