Caverni, Raffaello
,
Storia del metodo sperimentale in Italia
,
1891-1900
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archimedes
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462
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simo di pubblicare il manoscritto, de'pregi del quale era assai bastante ca
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parra il nome dell'Autore. </
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>E mentre era in trattare di ciò col tipografo, ne
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dette avviso a Firenze al Torricelli, il quale volle avvertirlo di quel ch'era
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passato fra sè e il padre don Benedetto, a proposito di alcune correzioni da
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farsi al libro di lui, e come, lasciandolo uscir fuori a quel modo, potrebbe
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dare occasion di censure agli emuli, e di calunnie agli invidiosi, specialmente
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stranieri: per cui, speditosi appena il suo, avrebbe dato mano a pubblicare
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il libro del Castelli. </
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>Inteso ciò, rispondeva il Ricci così da Roma, in una
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lettera del dì 12 Settembre 1643: </
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>“ Fu mio pensiero il procurar la luce della stampa delle opere di don
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Benedetto, avendomi ciò persuaso quella gratitudine, che io sempre ho detto
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a V. S. aver nell'animo mio altamente fisse le sue radici. </
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>Sono troppo grandi
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le obbligazioni, che io debbo alla memoria immortale di quel Padre, che con
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affetti di non ordinaria umanità sempre mi ha ricevuto ed onorato e amato. </
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Ma poichè le cose passano nel modo che ella mi dice, ed il pubblicar le sue
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scritture potrebbe fomentare in altrui qualche livido affetto di malignità, non
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tirerò più avanti il negoziato, ma distornerò quel poco trattato, che ordito
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avevo co'monaci e con il libraio, e attenda pure frattanto V. S. a sollecitare
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il suo libro, perchè possa poi affaticare a pubblica utilità, e ridurre in netto
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quest'opera di don Benedetto ” (MSS. Gal. </
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>Disc., T. XLII, fol. </
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>9). </
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>Il libro a cui qui s'accenna, contenente le due parti delle Opere geo
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metriche, era da qualche mese venuto in Firenze alla luce, e in questo tempo
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un tipografo s'era profferto ai monaci di S. </
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>Callisto di pubblicare le opere
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postume del loro padre abate, a sue spese. </
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>Onde il Ricci avendo, l'ultimo
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giorno dell'anno 1644, occasione di scrivere al Torricelli, lo pregava così a
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voler mantener le fatte promesse, prendendosi egli la cura dell'edizione:
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“ Un monaco di S. Callisto, che tien cura delle scritture postume del padre
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abate Castelli, prega V. S. a volergli far grazia del proprio parere intorno
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la seconda parte delle Acque correnti, perchè si trova un libraro che la
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stamperebbe a sue spese, e li padri non vedono volentieri sepolte le gloriose
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fatiche del buon vecchio. </
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>Quando ancora V. S. si trovasse in istato di porvi
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mano, e perfezionarle, credo che i padri se ne reputerebbero favoriti ” (ivi,
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fol. </
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>71). </
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>Il perfezionamento però, quale s'intendeva dare allo scritto altrui dallo
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squisito gusto del Torricelli, non era faccenda nè così lieve, nè così pronta. </
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La mano voleva esser rimessa, non sopra il secondo libro solamente, ma e
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sopra il primo, in cui si poneva per legge fondamentale dei flussi laterali
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dai vasi le velocità proporzionali alle semplici altezze. </
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>In che modo si po
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tesse a questa sostituire la legge idrodinamica nuovamente scoperta, e dalle
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esperienze approvata, senza che perciò venisse a offendersene il magistero
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del Castelli, per varii anni oramai, e con tanta autorità pubblicamente eser
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citato; era quel che metteva in gran pensiero il Torricelli, e mentre pas
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sava, nel tacito meditar, da un proposito a un altro, lo venne inaspettata
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mente a coglier la morte. </
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>Distratto il Ricci dagli onori della dignità cardi-</
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archimedes
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