Ceredi, Giuseppe, Tre discorsi sopra il modo d' alzar acque da' lvoghi bassi : Per adacquar terreni. Per leuar l' acque sorgenti, & piouute dalle ca[m]pagne, che non possono naturalmente dare loro il decorso. Per mandare l' acqua da bere alle Città, che n' hannobisogno, & per altri simili vsi. ; Opera non piu stampata

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              role inſegnare, non m'allargherò molto in moſtrarele ſottili ragio
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              ni mathematice delle quali mi ſono ſeruito: ma ſolamente dicendo
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              diſtintamente quanto potrà eſſere inteſo da ogni mediocre ingegno,
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              porrò innanzi a gli occhi quei colori, & quelle ragioni, che baſte­
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              ranno a far piu preſto ſcemare, che pienamente intendere il uero
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              magistero di queſto inſtromento.
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              L'acqua eſſendo corpo graue, non ſi mouerà mai naturalmente
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              da luogo a luogo; ſe il ſegno, oue incomincia a mouerſi, non è
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              piu alto di quello, uerſo cui s'haurà a mouere. </s>
              <s>Et perciò afferma­
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              no li Geometri, che ſi per la figura sferica della terra, la quale per
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              ogni mille paſſi s'alza circa diece dita; ſi anco per lo pendio, che
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              biſogna, che habbiano i corpi graui; eſſer fatti certi dall'eſperien­
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              za, che ad ogni otto ſtadi ſi ricerca almeno un piede di decaduta.
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              <s>Con tutto ciò con uarij ingegni ſi può fare, che l'acqua ſi moua a
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              luogo, od uguale a liuella, o piu alto di quello, onde incominciò a
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              mouerſi. </s>
              <s>A luogo a ponto ugale ſi fa caminare in doi modi: oue­
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              ro abbaſſandola prima, & poi alzandola, come ſi fa ne ponti cana
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              li, che i Lombardi chiamano Gatti; ouero alzandola prima, &
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              poi abbaſſandola, come s'uſa in quei ſioni, ch'adoprano i cuſtodi
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              delle porte della noſtra città per tirare il uino fuor delle botti al té­
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              po delle uendemie. </s>
              <s>Il primo modo naſce dall'equilibrio del peſo del
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              l'acqua, che ſcende; al peſo di quella, che poggia: & è ſtato inſe­
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              gnato da Vitruuio meglio, che da ogn altro, nell'ultimo capo del
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              ſuo ottauo libro. </s>
              <s>Egli ſerue per cacciare i canali pieni d'acqua ſot
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              to alle foſſe, ſotto ad altri canali, ſotto a ſtagni, per le ualli, & per
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              altri luoghi baſſi piu di quelli, oue ſi uogliono condurre; & è mol­
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              to bene poſto in prattica ſul Padouano. </s>
              <s>Oue ho uiſto molte uolte
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              quattro, o cinque di questi acquedotti incrociati, hor con angoli
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              retti hor con acuti; l'uno ſotto all'altro, per non perdere il pendio,
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              Euero che Vitruuio al mio giudicio, non è ſtato bene inteſo dal Fi­
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              landro, ne da gli altri piu celebrati ſuoi interpreti; liquali tutti
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              con una uoce dicono, che nella dottrina di Vitruuio ſempre conuie­
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              ne auertire, che il luogo, al qual ſi uuole condur l'acqua, ſia piu
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              baſſa, che il luogo dal qual ſi conduce; & tuttauia da Vitruuio
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              iſteſſo ſi conoſce, per chi ben lo conſidera, che con questa ragione
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              facendo continuati canali alti, & baſſi, ſi farebbe andar l'acqua
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              ſempre alla liuella in infinito; come ancora moſtra manifeſtamen-
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