Lorini, Buonaiuto , Le fortificationi, old version (312 p.), 1609

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1dal piano, e tanto meno eſſendo fatto co' ſaſſi, doue apportandone ſempre notabile beneficio, ſa­
ria neceſſario il farlo in tutti i ſiti, e Fortezze per la ſua difeſa.
Et queſto ne baſti per la preſente
giornata, e fine de' propoſti venti Capitoli.
CO. Con molta mia ſodisfattione habbiamo trattato
di quello, che più deſiderauo.
Et però ſe cosi vi piace andiamo à riuedere la fabrica, & a goder la
viſta di tanta gente, che con tanto bell'ordine eſſequiſcono l'opera loro.
16
Larghez­
za <20>l foſſo
Contraſcar
pa nelli an
goli acuti
non potere,
eſſere pa­
ralella al­
le fronti de'
baluardi.
Difeſa del
la contra­
ſcarpa.
Oppoſitio
ni farte al­
la larghez
za della
foſſa.
Larghez­
za vtile <20>l
la foſſa.
Strettezza
della foſ­
ſa apporta
non poca
imperfet­
tione.
Effetto <20>l
la larghez
za <20>lla foſ
ſa nello
ſcoprire
la mura—
glia.
Se ſia me­
glio la foſ
ſa ſtretta,
o larga.
Larghez­
za vtiliſſi­
ma della
foſſa.
Foſſa trop
po, larga,
non poterſi
difendere
argher­
z <20> la foſ
ſa propor
tionta al
la diſeſa,
arco
.
Il foſſo sem
za acqua
eſſere piu
vtile <21> la
difeſa che
non è il
pieno d'­
acqua.
L'acqua
morta nel
la foſſa ap
porta l'a­
a cattiua
Nelle For
tezze pic­
il foſ
ſo com l'ac­
qua è vti­
ſiſſimo.
Foſſa, co­
me ſi poſ­
ſa profon
dare, do­
ue il ſito
ſia paludo
ſo.
Foſſa, &
conſidera
tioni <21> la
ſua difeſa.
Contra—
foſſa.
La cunet­
ta nella
foſſa.
Diſeſa del
la cunetta
di che de­
ue eſſer
ſatta.
Beneficij,
che appor
tano le
Fortezze.
Impedi—
menti da da
re al nimi
co nel fa­
re la tra­
uerſa del­
la foſſa.
La contra­
lcarpadec

eſſere fat­
ta ſenza
buona mu
raglia.
Muraglia
angolae
nella con­
traſcarra.
Come dee
eſſere il
muro de'­
la contra­
ſcarpa, e
ſuo officio.
Ponti di le
gno <21> ſor­
tir fuori
della foſſa
Caſe mat­
te non vtili.
Strada co­
perta <20>lla
contraſcar­
pa
.
Difeſa del
la ſtrada
copertafat
ta con ter­
ra buona.
Spianata
fuori <20>lla
contraſcar­
pa
.
Ottima di
feſa che
fannoi ſaſ
ſi nella
ſpianata.
GIORNATA VI.
Doue ſitratta delle più notabili imperfettioni, che poſſono hauere
le Forrezze, & appreſſo i lor rimedij.
AVTORE.
HAVENDO il giorno paſſato dato fine al ragionamento de' Capitoli, parmi
al preſente, che habbiamo aſſai più abondanza di tempo, che di concetti per di­
ſpenſarlo con quella commune ſodisfattione, che ſi è fatto ne' giorni paſſati
però proponga ella quello, che più le piace.
CO. Douendo toccare a me pro­
porre, voglio vediate, che non la materia, ma ſi bene il tempo c'è per mancare.
E però prima, che io tratti d'altro ragionamento, & per il noſtro ſolito diporto
deſidero, che mi dichiariate parte de gli effetti, che fanno i tiri dell'artiglierie.
Perche eſſendo ſtato queſta mattina a veder tirare queſti bombardieri al berſa­
glio, ſono andato conſiderando quattro coſe, cioè al rimedio, che nel dare il fuoco al pezzo, non eſ­
ſali fuori dalla lumiera tanto vapore, ouer fiamma, che non ſolo poſſa dare auiſo al nimico, ma tempo
da poterſi faluare, auanti che arriui la palla ad offenderlo.
Secondo, ſe il pezzo ſi ritira nell'vſcire
tutto il vapore dalla ſua bocca, ouero nello ſteſſo tempo, che eſce la palla.
Terzo, ſe ſi può ſapere il
tempom che corre, vſcita che ſarà eſſa palla dalla bocca del pezzo a ferire in diſtanza di quattro, o cin­
quecento paſſa.
La quarta, & vltima coſa è il ſapere per propria mia curioſità, almeno vno auicinarſi
alla verità intorno alla proportion, che ſi truoui tra la velocità del corſo della palla, quando eſce fuo­
ri della bocca del pezzo, con quello del corſo del corpo ſolare (ſe corpo però ſi dee chiamare.) AV.
beliſſimi ſono i quattro queſiti da lei fatti, moſtrando per chiariſſimo ſegno, ch'ella và ſpendendo il
rempo in penſieri nobili, e virtuoſi, e però debbo procurare di darle ogni poſſibile ſodisfattione.
E prima quanto al vapore, che ella dice hauer viſto vſcire fuori della bocca del pezzo, dico eſſere que­
ſto vn diſordine grandiſſimo, quando maſſime la lumiera ſia fatta larga per la frequenza dello ſpara­
re il pezzo, perche oltre all'indebolirſi il tiro per la pole, che fa quel vapore, laquale vanamente
fi perde, il pezzo ancora tarda allo ſpararſi, & molte volte quando il nimico n'è auertito egli ſcanſa
l'offeſa.
Il remedio di queſto, è prima rifare le dette lumiere con le vite
82[Figure 82]
di ferro sbuſato, conforme al ſolito, e poi ſenza adeſcare, ouero empie­
re la lumiera con la poluere doppo hauere caricato il pezzo, ſe gli darà
il fuoco col mezo d'vn grillo, cioè cannetta piramidale fatta in vn pez­
zo ſolido di metallo bucato dentro, & che il buco habbia vna bocca ſola,
che ſarà da baſſo, come per il preſente diſegno ſi vede, AB, è la lun­
ghezza di circa a tre dita, &, TV, groſſezza della baſe, doue non paſſa
il buco; ma ſolo alla parte piramidale, B, ilqual buco non douerà eſſe­
re più largo della groſſezza d'vna <18>enna ſottile da ſcriuere, & hauendo
preparato, vn pezzo di catenetta di ferro, o di ottone, lunga circa a vn
braccio, & ad ogni teſta fermatoui vna palla di piombo d'vna libra in
circa di peſo, & fatta prima paſſare la detta catenetta per il manico SD,
della cannetta, & piena dentro di poluere fina, e turata la bocca, B, con
la cera, ſi metterà nella lumiera del pezzo, & la catenella a caualcione
della culatta, sì che vgualmente le due pendino a baſſo da ogni parte, & adeſcato con la ſteſſa polue­
re il piccolo focone, che ſi vede per lo buco nel mezo al fine del manico tra le due lettere, AC, ſeli
darà il fuoco, che corriſponderà alla poluere di dentro, laquale come vn razzo correrà advrtare, & a
ferire nella poluere della camera del pezzo, & immediate la farà ardere, & ſparare, ſaltando la can­
netta, come vn griilo in dietro, che trattenuta da detta catenetta, e peſo delle due palle reſterà ſopra
l'iſteſſa culata.
CO. Per certo queſto è vn modo molto facile, e ſicuro per rimediare a tale imper­
fettione, e però ſegua la dichiaratione del ſecondo queſito.
AV. Per ſapere il tempo, nel quale il
pezzo dell'artiglieria fa la ritirata nello ſpararſi, queſto dalla ragione, & dalla eſperienza ne vien mo­

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