Lorini, Buonaiuto , Le fortificationi, old version (312 p.), 1609

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              <s>AILETTORI.</s>
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              <s>HAVENDO più volte frà me ſteſſo conſiderato l'ordine marauiglioſo del­
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              la Natura, e chiaramente veduto non eſſer creata coſa alcuna imperfetta, an­
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              zi tutte (conformi al genere ſuo) perfettiſſime, & a fine d'apportar com­
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              modo, & vtile all'huomo, il quale eſſendo fattura, & imagine di Dio, e per
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              così dire, fratello della Natura, e padre dell'Arte; mi ſon moſſo à credere,
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              che egli ſia del tutto obligato ad imitare eſſa Natura, e con l'Arte far tutte
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              l'opere ſue buone, e prima ad honore di Dio noſtro Signore, e poi a benefi­
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              cio del proſſimo. </s>
              <s>Percioche dominando tutte l'altre coſe terrene, le deue fu­
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              perare di perfettione tanto più, quanto ſi troua eſſer maggiore la ſua nobiltà,
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              come creatura ragioneuole, & da' Filoſofi paragonato ad vn picciol mondo, nol
                <expan abbr="potēdo">potendo</expan>
              aſſomigliare
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              ad altra coſa particolare, ma ſi bene, che egli rappreſentaſſe tutte le eccellenze del Mondo, come (la
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              Dio mercè) ſi ritrouano in lui. </s>
              <s>Per la qual coſa dee con ogni ſtudio affaticarſi in tutti quegli eſſercitij,
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              & in tutte quelle arti, che poſſono maggiormente recare vtile al mondo: Seguendo le buone incli­
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              nationi del ſuo ingegno, & aumentando ſempre quel talento, che Iddio gli ha dato. </s>
              <s>Onde coloro, i
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              quali fanno elettione delle più nobili arti, e profitteuoli al conſortio humano, ſaranno degni di mag­
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              gior honore. </s>
              <s>Et ſe frà tutte l'arti, & le ſcienze (laſciando le ſacre lettere) la diſciplina Milita­
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              re tiene il primo luogo, ſi potrà col mezo di queſta aſcendere a tutti i maggiori honori; come di
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              ciò ſi legge nell'Hiſtorie de gli huomini illuſtri eſſere auenuto à molti, che ſe ben nati di baſſa fortu­
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              na, e di viliſſimo lignaggio, ſono però aſceſi per via di tal virtù a' ſupremi gradi dello Imperio,
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              il che auiene facimente. </s>
              <s>Perche, non sò qual maggiore, ò più generoſa attione poſſa far l'huo­
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              mo, che per conſeruare la libertà della patria, & diſcacclare gl'infedeli, e nemici della Santa Ro­
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              mana Chieſa, eſporſi à tanti incommodi, e pericoli della vita, che apportano l'impreſe della
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              guerra, e maſſime ne gli aſſalti delle Fortezze, e ne' fatti d'arme. </s>
              <s>Oltre a ciò non sò diſcernere qual
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              ſia il maggiore, & il più importante carico, quanto che il comandare, e ben ſaper gouernare vn­
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              eſſercito, in fronte del ſuo nimico, e particolarmente nel farlo marciare, & alloggiare ſicuramen­
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              te in campagna, e nel preſentare con vantaggioſa ordinanza la battaglia. </s>
              <s>Ricercandoſi per ciò fa­
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              ra, vna eſquiſita intelligenza, e prattica de' ſiti, con tutte quelle commodità, & incommodità, che
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              più poſſono apportar difeſa a ſe, & offeſa al nimico. </s>
              <s>Et che il tutto ſi eſſequiſca con l'antiueder l'of­
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              feſe, che può fare eſſo nimico, & appreſſo con la prontezza de' partiti, ſaper anticipatamente in di­
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              uerſi modi opporſegli con le difeſe. </s>
              <s>E douen do ſopra queſta parte del meſtiero della guerra (cioè
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              ſaper conoſcere i ſiti, quelli fortificare) eſſer fondata la preſente Opera, doueranno tutti coloro,
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              i quali a tal profeſſione ſi vorranno dedicare, hauer non poca intelligenza, e prattica delle offeſe,
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              che da eſſo nimico poteſſero riceuere: però che da vna tale intelligenza dee dipendere la prattica
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              della più ſicura, e reale ſtrada, che oſſeruar ſi poſſa, per determinare, e con buon ordine fabricare il
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              corpo della Fortezza, cioè con que' membri, e con quelle proportioni Militari, che a tale Architet­
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              tura ſi richiede, per difender non ſolo vn'eſſercito, benche piccolo in campagna, da vn'altro aſſai
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              maggiore, e di più potenti forze, ma le Città, & Regni etiandio, che è il noſtro fine; preualendoci
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              delle forme, & materie de' ſiti, con ordine tale, che i pochi difenſori ſi poſſano difendere da numero
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              aſſai maggiore, col fargli perder il tempo, dalquale ne dipende il maggior beneficio; e queſto ſi fà
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              col mezo delle abbondanti prouiſioni del viuere de gli huomini, e poi col tramutare i ſiti, & la ſua
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              materia à offeſa del nimico, & a difeſa de' diſenſori, mediante la fabrica della Fortezza. </s>
              <s>Imperoche
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              non minor lode hanno à meritar coloro, i quali con l'ingegno ſi ſanno conſeruare gli Stati, quanto
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              gli altri, che con la forza ſe gli hanno acquiſtati; e tanto più eſſendo la ſcienza del Fortificare fondata
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              ſopra termini demoſtrabili (come al ſuo luogo ſi dirà) la quale ſcienza fù non ſolo da gli antichi Ro­
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              mani, ma ancora poi da gli altri Prencipi potenti non poco apprezzata, & vſata per lor difeſa, con­
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              forme all'offeſe, che a que' tempi veniuano fatte, ſi come ne rendono teſtimonianza le fabriche
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              delle Rocche, e de Caſtelli antichi, & i nuoui delle città, che in molte parti d'Italia, e fuori di lei ſi ve­
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              dono. </s>
              <s>Confermando queſto ancora Vitruuio nel primo Libro della ſua Architettura, cioè con
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              quanta diligenza foſſero queſte fabriche ordinate, & eſſequite; ſeguendo poi lo ſtefſo Auttore le
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              regole della Architettura ciuile, per abbellire eſſe città nel fabricare con adornamenti reali le pu­
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              bliche, & priuate babitationi per lo commodo de gli habitanti; nella quale Architettura molti
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              poi eſſercitatiſi, ſi ſono fatti famoſi Architetti, & hanno con le loro opere ridotta tale ſcienza
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              all'vltimo grado di bellezza. </s>
              <s>Mà dell'Architettura Militare par che pochi ſieno ſtati quelli, i qua­
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              li habbiano voluto, ò ſaputo oſſeruar la predetta regola, cioè dalle offeſe cauare le difeſe, eſſen­
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              do queſto forſe auenuto, per non hauer così dilettato il tuono dell'Artiglieria, con la rouina del­
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              le mine fatte dal nimico nell'eſpugnationi delle Fortezze, come hà fatto la proportione, &
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              la vaghezza delle proſpettiue, imparate ne gli agi, e delitie delle proprie Camere. </s>
              <s>Eſſendo adunque
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              queſti due ordini d'Architettura così neceſſari per la vnione, & per la pace de gli huomini, </s>
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