Mellini, Domenico, Discorso, 1583

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1accomodato nome chiamargli, i quali fatti di
legname, hanno dentro di loro, & ne ſone pie
ni, certi figurini di rilieuo, rappreſentanti varij
& diuerſi Artefici, lauoranti di piu eſſercizij,
che congegnatiui com gran Maeſtria, & com mol
ta induſtria, ſi piegano & muouono, faccendo
diuerſe attitudini & geſti per forza di certa Re
na, che cade per via occulta dalla ſommità di
detti Tabernacoli giu al piano di eſsi; & nel
ſuo cadere fa muouere & lauorare tutti quei
figurini.
Et come quella Rena è tutta cadu­
ta al baſſo, reſtano di muouerſi, infino à che
riuolta tutta quella Machina, & quel Taberna­
colo capo piedi & ſottoſopra; & alzata vna
picciola cataratta & bietta, la Rena torna
nella parte ſuperiore: & quella abbaſſata, la
quale chiude vna apertura aſſai larga, per
la quale la Rena paſſa preſto nell'eſſere ri­
dotta diſopra, cade dipoi la medeſima Rena
per picciolo foro à poco, à poco, dando in sù
la Molla, che muoue l'altra, alla quale ſono i fi­
gurini attaccati.
Di queſti ſtormenti ne fù do
nato vno all'Illuſtriſsimo & Eccellentiſsimo
Signore Don Pietro de Medici mio Signore
eſſendo egli fanciullo, portatogli della Ale­
magna, doue gl'era ſtato fatto.
Potrebbe for
ſe anco eſſere il Motore, ſecondo qualch'vno
vn'Fiato; il quale vſcendo verbigrazia di vn'gran
Mantice, ò di vna Canna & fiſtola, dentro al­
la quale e'fuſſe raccolto, percoteſſe il Mobi­
le, & lo faceſſe muouere.
Ma queſto ſareb-

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