Mellini, Domenico, Discorso, 1583

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1ma quello appunto, che le parole loro ſuona­
no, & che di ſopra ſi è ſtabilito.
Soggiungo
oltra à di ciò, che come niuna coſa naturale,
non che artifiziale, non ſi muouerà piu forni
to che fia queſto Mondo, & mancherà in tut­
to la generazione & corruzzione, per che man
cherà il Moto, perche ſecondo il beneplaci­
to di Dio, & al tempo preſcritto dalla Diui­
na Maeſtà ſua ceſſerà il Mouimento del Cielo:
coſi il Moto perpetuo & imaginario, del qua­
le ſi ragiona, non ſi può in cotal guiſa dare à
Mobile veruno, che poſſa durare infino à che
il Celeſte Mouimento ſi fermi: douendo tut­
to ciò che'faceſſero eſſere ſottopoſto ad infini
ti accidenti, i quali guaſterebbero di gran tem
po innanzi in tutto, ò in parte ogni loro Com
ponimento & artifizioſo Ordigno.
Ne voglio
laſciare eziandio di dire, che ſe eglino non voleſ
ſero inferire altro che darci ad intendere, che
quanto ſi ſia per i Principij & Regole dell'Ar­
te loro, tal Moto Perpetuo ſi può trouare, ogni
volta però che la Materia, & il Tempo lo pati­
ſcano, che' non direbbero, ne farebbero co­
ſa alcuna di piu di quello, cha ſia ſtato detto,
trouato & fatto infino ad hora, come ſi vede ne
quaſi infiniti Horiuoli, che per lo Mondo ſo­
no: & che in vano ſi affaticherebbero à cerca­
re altro, ſe gia eglino non deſſero al corpo fab­
bricato vn Moto, il quale fuſſe per durare piu
lungo tempo, che non dura quello di qual ſi
voglia Horiuolo.
La qual coſa ſi può fare, &

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