Mellini, Domenico, Discorso, 1583

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1me' non fù mai per l'addietro chila ricercaſſe,
& quello che e più, chi ne diceſſe parola, & for­
ſe vi penſaſſe.
Et che ne per Arte, ne por for
za humana, è poſsibile formare Machina, ne
comporre ſtormento, ò trouare coſa in ter­
ra, la quale compoſta, fatta & fabbricata dal­
l'artifizio dell'huomo, continouamente, ſenza
intermiſsione & in perpetuo (ſe tanto fuſſe per
durare il Mondo) ſi poſſa girare & muouere: ne
via ne modo di farla muouere perpetuamente.
Et che tanto maggiore, è l'errore, nel quale e'ſo
no; quanto e'ſi accorgono meno, che quando pure
p̨ la ragione & regole dell'Arte vniuerſalmente
preſe, & ſecondo i termini del Diſcorſo humano
diſcorrente infino ad vn certo che; & ſecondo
i principii di Filoſofia & di Matematica poteſſe
eſſere vero il loro ghiribizzo, la Materia, la qua
le contiene in ſe difetti innumerabili, & nel­
l'operare non corriſponde, ne vbbidiſce in tut
to all'humano intelletto, ſarebbe loro di pure
troppo impedimento alla conſecuzione del fi­
ne propoſtoſi, come ſi dimo ſtrerà piu di ſotto.
Et che il non poterſi hauere, non che ſcienza, ma
ne anco leggieri notizia di vn fatto, il quale deb
be eſſere dimo ſtrato & chiarito vero da vna co
ſi fatta ſperienza particolare, & riſultante da
lo ſtare la coſa ſteſſa, & lo ſteſſo fatto in vn me
deſimo modo ſempre, & ſenza variare; il che
non cade ſotto lungo tempo, ma ſotto lo per­
petuo & da durare infino al ceſſare del Moui­
mento del Cielo, & al principio del futuro &

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