DelMonte, Guidubaldo, Le mechaniche

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1to aſſai, & ſin qui è ſtato ſeguito molto nella ſua dottrina. Hor l'autore noſtro hà
procurato con ogni ſtudi o di caminare per la via de' buoni Greci antichi,
maeſtri delle ſcienze, & in particolare di Archimede Siracuſano prencipe delle ma
thematiche famo ſiſsimo, & di Pappo Aleſſandrino, come egli dice, leggendogli
nella ſua propria fauella, non tradotti; peroche il piu delle volte ſono coſi mal
trattati, che à gran pena ſi puote trarre da loro frutto veruno.
& affine che queſta
noua opinion ſua, dimoſtrata à pieno nella predetta quarta propoſitione, reſti to­
talmente chiara, non ſi è gia contentato egli d'hauerla dimoſtrata con viue ragioni,
& certe ſolamente, ma come buon filoſofo, procedente con via di reale dottrina,
& di fondata ſcienza, (imitando Ariſtotele, ilqual ne' principii de ſuoi libri, inue­
ſtigando dottrina migliore, hà datto contra la opinione de gli antichi, ſoluendo
le ragioni addotte da loro:) hà ben voluto, eſſendo la verità vna ſola, proporre le
opinioni de'ſuoi predeceſſori, & eſaminare le loro ragioni, lequali ſembrano pro
uar il contrario, & ſoluerle, la loro fallenza dimoſtrando co'l preſente diſcorſo, che
incomincia, come è detto à carte cinque nella faccia ſeconda, & qui finiſce il qua
le diſcorſo ſeruirà in queſta materia, ſecondo che ſi ſuole dire per la opinione de
gli antichi.
Et percio che egli contiene coſe di altiſsima ſpeculatione, maſsimamen­
te d'intorno al conſiderare doue ſia piu graue vn peſo ſolo poſto in vno braccio
della bilancia, biſogna in ogni modo, per bene intendere, leggerlo, & iſtudiarlo
con accuratiſsima diligenza.
Ma per certo l'autore è ſtato non ſolo il primo à tro
uare queſta verità, ma il primo etiandio a dimoſtrare in qual maniera ſia meſtieri
conſiderare, & ſpeculare interamente la preſente materia tutta.
Con laquale ſpecu­
latione proua di nouo, & confermai varij effetti, & accidenti della bilancia già di
moſtrati nelle proſsime tre propoſitioni; moſtrando ancora, come ſin qui coteſte
coſe ſiano da gli altri ſtate malamente conſiderate, & con principij falſi.
Anzi di
piu per confermatione della verità ſoggiunge, che queſti tali non hanno ſaputo fa
re le loro demoſtrationi; poi che co'l proprio modo di ſpeculare vſato da loro,
& con le loro medeſime ragioni proua la ſua intentione, & ſentenza eſſere veriſsi
ma, appoggiando ſi alla dottrina di Ariſtotele ſempre, & facendo toccar con ma­
no, che egli con eſſo lui è d'accordo nelle queſtioni mechaniche.
In trattando
queſta materia moue l'autore alcuni dubbi molto belli, & curioſi, & poi chiara­
mente gli ſolue.
In vltimo, accioche non mancaſſe nulla al compiuto conoſcimen
to di queſto ſoggetto, egli hà trattato delle bilancie, che hanno le braccia diſugua
li, & di quelle che hanno le dette braccia piegate, & torte.
In ſomma ſi può ben
affermare, che in coteſto diſcorſo ſiano compreſe tutte quelle coſe, che poſſono eſ
ſere diuiſate d'intorno à materia tale.
Le quali ſono di belliſsima & ſottiliſsima ſpe
culatione, & à chiunque ſi diletta, & attende à queſti no bili ſtudi neceſſarijſsime,
& da eſſere, come hò ricordato piu d'una volta, con molta attentione vedute, &
conſiderate.
Doue ſi legge queſto vocabolo latino Equilibrio, intendaſi per eguale contrapeſo,
cioè che peſa tanto da vna banda, quanto dallaltra in pari lance, ò libra, ò bilancia
che ſi dica.
Librar congiuſte lance.
Diſſe il Petrarcha.

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