Morelli, Gregorio, Scala di tutte le scienze et arti, 1567
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              caſſe alla natura, la quale, poi che hebbe le
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              coſe diſpoſte, l'huomo ſapiente auedutoſi di
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              quanta perfettione ſia l'ordine delle coſe, ſi
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              affatica imitarla, per acquiſtare perfettione
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              à ſe steſſo, & alle opere che egli fa. </s>
              <s>Però
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              potemo hauere per concluſione; che l'huomo
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              non ſa fare altro, ne può, ſe non dare ordine
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              hora à queſta, hora à queſt'altra coſa. </s>
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              OM.
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              Queſto iſteſſo ho io gia detto, ſe uoi bene pa­
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              ragonate le uoſtre parole con le mie, & per
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              tanto ui replico che lordine è uno iſtrumento
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              di che ſi ſeruc Dio, la natura, & l'huomo
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              nel diſporre le coſe, nelle quali cade primo,
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              & ultimo. </s>
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              OR.
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              <s> Queſta in ſomma è la dif­
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              finitione dell'ordine, ne meglio ſi poteua de­
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              ſciuere di quello che hauete deſcritto, la qua
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              le (ſe bene mi raccordo) è la medeſima con
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              quella di Ariſlotele nella Metaſiſica, oue di­
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              ce che l'ordine è ſolamente nelle coſe, che han
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              no primo, & ultimo tra loro. </s>
              <s>T
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              OM.
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              <s> Anzi
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              che la diffinitione data da me è dell'iſteſſo Ari
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              stotele nella Fiſica, quando egli dice, che non
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              puo stare l'ordine nelle coſe, che non hanno
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              primo, & ultimo; & percio appare che la
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              ragione formale dell'ordine ſia primo, & ul­
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              timo. </s>
              <s>& Galeno ne i libri della cognitione de
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              polſi ha diffinito l'ordine nel medeſimo modo.
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              <s>M
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              OR.
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              ecco adunque, che il primo ramo ne </s>
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