Tartaglia, Niccolo, Quesiti et inventioni diverse, 1554

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1eioè ſtando in cima del detto monticello, ouer ſtando iui da banda nel pie di quello.
N
. Senza dubbio, che ſtando nel piano, cioè nel pie del monte, faria mag­
giore
effetto, ouer paſſata in detta fortezza, di quello faria ſtando nella ſommita del
monte
. S.D. Et lo giudicarei, & giudico eſſer tutto al contrario, perche quelle che ti­
rar
anno dalla ſommita del monte ſaranno molto piu propinque alle muraglie di quel­
la
tal fortezza, di quello che ſaranno quelle che tirar anno dal pie del monte, & quan­
to
che la coſa doue ſe tira è piu propinqua alla artegliaria, per ragion naturale, la
balla
douria far maggiore effetto in lei. N. Quando che un'artegliaria tiraſſe egual­
mente
per ogni uerſo ſegueria quello, che dice uoſtra Eccellentia.
Ma per efficace ra­
gioni
ritrouo tutto all'oppoſito, cioè che ogni ſorte di artegliaria neceſſariamente ti­
rara
manco per line a retta, ſtante aliuellata di quello faria in qualunque altro modo
aſſettata
, o per dir meglio, che ogni ſorte di artegliaria neceſſariamente tirara pile
per
linea retta ſtante alquanto elleuata dauanti di quello fara ſtante quella à liuello,
& quanto piu ſtara elleuata tanto piu tirara per retta linea, il medeſimo ſi debbe in­
tendere
eſſendo abbaſſata, cioè che molto piu tir ara per linea retta ſtante quella al­
quanto
abbaſſata dauanti, di quello fara ſtante à liuello, & quanto piu ſtara abbaſ­
ſata
, tanto piu tirara per linea retta. S.D. Queſto che uoi dite, me pare una coſa mol­
to
ſtrania da credere, cioè à dire, che una medeſima quantita, e poſſanza di poluere,
debbia
ſpingere piu uigoroſamente una medeſima grauita di balla, per un uerſo, che
per
un'altro, e pero haria à caro, che uoi me aßignaſti la ragione, e cauſa di questa uo­
ſtra
openione. N. La ragion di questo lo dimoſtr amo (per li accidenti accadenti nelli
ſuoi
tiri) nella ultima propoſitione del Secondo libro della noſtra nuoua ſcientia, ue­
ro
è, che in tal dimoſtratione, non ſe aſſegna la cauſa propinqua di tale effetto, la qual
coſa
in tal luoco pretermeßi, per non faſtidiar uostra Eccellentia, perche tal cauſa
propinqua
, ſe dimoſtra con la ſcientia di peſi, la quale è una ſcientia di non poca ſpe­
culatione
, per eſſer quella ſubalternata, ſi dalla Geometria, come dalla natural Filo­
ſophia
.
Ma quando non ſia graue à quella lo aſcoltarme, io mi sforzaro di dimostrar­
la
al preſente. S.D. Seguitatipur, ma ſotto breuita. N. Per dimoſtrar queſta coſa
rettamente
ſono astretto uolendo eſſere inteſo à mandare auanti la diffinitione de alcu­
ni
termini opportuni, etiam alcune ſuppoſitioni, come ſi coſtuma in ciaſcuna ſcientia,
& perche tutte le coſe meglio ſe apprendono per eſſempio, che per parole.
Pongo
per
eſſempio la libra, ouer bilanza.a.b.
con li dui brazzi.a.c. &.c.b. eguali, & il
centro
, ſopra del qual lei gira, ſia il detto ponto.c.& nelle eſtremita di detti dui braz­
zi
ſlano congionti dui corpi egualmente graui, li quali nominaremo dalle medeſime
lettere
, cioè.a.&.b.
li quali dui corpi, per eſſere eguali in grauita, dal preſuppoſito,
& appeſi in longhezze eguali, cioè à gli detti dui brazzi.a.c.&.c.b.
della propo­
ſta
libra, qual ſouo ſta ſuppoſti eſſere egualmente longhi, per la prima petitione adut­
ta
da Archimede, nel libro che fa del centro della grauita, quelli inclinar anno egual­
mente
, cioè che ſtaranno in equilibra, come di ſotto appare in figura.

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