Vitruvius Pollio, I dieci libri dell?architettura, 1567

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1le librarie ſi piglierà i lumi dal leuante; per li bagni, & per li luoghi del uerno
dalla parte, doue il ſol tramonta la inuernata: per le cancellarie, o ſcrittoi, & per quel­
li, che richiedeno certa egualità di lumi, dal ſettentrione: perche quella parte del cielo,
non ſi fa piu chiara, nè piu oſcura per lo corſo del ſole, ma è certa, & non ſi muta in tut­
to'l giorno.
Perche Vitr. nel quinto libro al decimo, & nel ſeſto al ſettimo capo ragiona delle dette coſe,
& ſimilmente nel quinto al duodecimo, & in altri luoghi ragiona del decoro, & della bellezza,
io non uoglio preuertire con dichiaratione di parole la intelligenza riſeruata al luogo ſuo.
Baſti­
mi dire che la bellezza, & decoro è relatione di tutta l'opera allo aſpetto, & à quello, che ſta be
ne, a che è l'opera indrizzata, ſeruan do l'uſanza, & la commodità della natura.
La diſtributione è commoda, & utile diſpenſatione delle coſe, che biſognano, & del
luogo, et moderato temperamento della ſpeſa fatta con ragione.
Queſta ſi oſſeruerà
ſe prima lo Architetto non cercherà quelle coſe, che non ſi poſſono trouare, o preparare
ſenza grandiſsima ſpeſa.
percioche non in ogni luogo ſi caua la rena, nè per tutto è copia
di cementi, di abeti, di ſappine, di marmi.
Ma una coſa in un luogo, & altra in altra
parte ſi truoua, & le condotte di tali coſe ſono difficili, & di molta ſpeſa, & però doue non
ſi puo cauare ſabbione di foſſe, uſiſi quello di fiume, ouero l'arena del mare ben lauata.

Fuggirannoſi i biſogni de gli abeti, & delle ſappine, uſandoſi il cipreſſo, il poppio l'ol­
mo, ouero il pino.
Et in tal maniera ſi eſpedirà le altre coſe. Euui un'altro grado di di­
ſtributione; quando ſi fabrica all'uſo de i padri di famiglia, ouero ſecondo la commodità
del dinaro, ouero ſecondo la dignità della bellezza.
percioche egli pare che altrimenti s'hab
biano a fare le caſe nella città, da quelle, nelle quali s'hanno à riponere i frutti delle uille;
& non ſarà quello iſteſſo il fabricare per li mercanti gabellieri, & per li dilicati & quieti.

Ma le habitationi de i grandi, che con i loro graui penſieri gouernano la republica ſi deono
fabricare all'uſo loro, & in ſomma le diſtributioni de gli edificij conuiene eſſer fatte ſecon­
do le perſone.
Come le maniere del parlare, che ſi chiamano idee, ſono qualità dell'oratione conueniente alle
coſe, & alle perſone, coſi le maniere de gli edificij ſono qualità dell'arte conueniente alle coſe, &
alle perſone.
& ſi come à formare una idea dell'or atione otto coſe ſono neceſſarie, cioè la ſenten­
za, che è lo intendimento dell'huomo; lo artificio, col quale come con certo inſtrumento ſi leua il
concetto; le parole che eſprimono i concetti; la compoſitione di quelle, con i colori, & figure; il
mouimento delle parti, che numero ſi chiama; & la chiuſa & il fine della compoſitione: coſi per
iſpedire una maniera delle arti, ſei coſe ſono neceſſarie, & queſte già quaſi tutti hauemo eſpedite.

Reſta ſolamente la diſtributione, la quale & nell'arte del dire, & nella cura publica, & priua­
ta è ſommamente neceſſaria, & molto ſi apprezza.
Queſta pare, che con il decoro conuegna ri­
ferendoſi alle coſe, & alle perſone.
ma è differente. perche il decoro ſi riferiſce alle coſe, & alle
perſone in quella parte che è conueneuole, & d'ornamento, & honeſtà, ma la diſtributione in
quella parte che è utile, & commoda, come ſi uederà nel ſeſto libro all'ottauo cap. nel quale Vitr.
pare che habbia uoluto dichiarare la preſente parte.
Hora egli è da auuertire che ſe bene Vitr.
ha applicato le predette ſei coſe alla fabrica de i tempij, & delle caſe, per eſſer coſe principali, pe­
rò egli ſi deue applicarle a tutte le altre coſe, & opere, che ſi fanno come machine, inſtrumenti,
horologi, & altre coſe ſottopoſte alla Architettura, & tanto ſia detto dell'habito, & della for­
ma che deue eſſere nell'animo, & nel penſiero dello Architetto, accioche egli meriti, coſi de­
gno, & celebrato nome.

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