Bianconi, Giovanni Lodovico, Due lettere di fisica al signor marchese Scipione Maffei, 1746

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64(LVI) ragionamento, la quale le eſporrà come
ſul principio ho promeſſo, ciò che io
penſo ſopra quelle palle di vetro vuote
ed ermeticamente chiuſe, contenenti un
qualche pezzetto di legno o altro
corpo ſtraniero.
Io credo che brevemen-
te le metteremo in chiaro, ſe ſolamen-
te conſidereremo come le ſi fabbrichino
e qual coſa loro chiudaſi dentro, e chia-
ro vedremo onde naſca lo ſtrepitoſo
ſcoppiar che fanno, quando gettanſi in
terra o romponſi in qualunque altra ma-
niera.
Fatta adunque che hanno gli Ar-
tefici nella ſolita guiſa una palla di ve-
tro vuota e di mediocre grandezza, la
ſtaccano dalla canna tagliandola colle
forbici, e dentro ad eſſa per il taglio
introdotto un pezzetto di legno della
groſſezza incirca d’un dito, e poco men
lungo del ſuo diametro (come moſtra
l’ anneſſa _Fig.
II._) ne chiudono

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