Zanotti, Francesco Maria, Della forza de' corpi che chiamano viva libri tre, 1752

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11490DELLA FORZA DE’ CORPI ed’ è, che quegli elaſtri, di cui trattiamo, ſi voglio-
no immateriali, et incorporei, e privi di ogni
maſſa.
E tali già gli propoſe l’ incomparabil Ber-
nulli, dopo cui niuno s’ è ardito di mutarli;
il
che ſe voi aveſte ſaputo, non vi ſarebbe venuto
in mente di dubitare, che l’ impulſo del ſecondo
elaſtro IKL doveſſe comunicarſi ſolo in parte al
globo N, impiegandoſi l’ altra parte a ſoſpinge-
re, e portar oltre l’ elaſtro interpoſto LMN;
per-
ciocchè eſſendo queſto privo di ogni maſſa, e non
eſſendo corpo, niuna parte dee toccargli dell’ im-
pulſo;
ſiccome urtando un’ uomo, e ſoſpingen-
dolo, niuna parte dell’ urto tocca all’ animo;
ben-
chè, andando oltre il corpo urtato, l’ animo l’
accompagni;
e così urtandoſi un corpo, niuna
parte dell’ urto tocca agli accidenti di eſſo, per
eſempio alla rotondità, al colore, et agli altri,
benchè poi ſeguano il corpo urtato;
e la ragio-
ne ſi è, perchè tali accidenti non hanno maſſa
niuna.
Oh, diſſe allora il Signor Marcheſe, dun-
que queſti elaſtri non ſono corpi?
E che ſon.
eglino? perchè levatami l’ idea del corpo,
a me niente rimane dell’ idea dell’ elaſtro.
Egli
vi rimane, riſpoſi allora, l’ idea della puriſſima,
e ſempliciſſima elaſticità, la qual non è corpo,
benchè riſegga ne corpi, ſiccome la gravità, che
riſiede nel corpo, il quale n’ è il ſoggetto;
e
non è però corpo eſſa;
è una qualità. Qui la Si-
gnora Principeſſa ſorridendo, voi ſareſte, diſſe,
un valente maeſtro di filoſofia anche in Alcalà.

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