Angeli, Stefano degli, Terze considerationi sopra una lettera di Gio. Alfonso Borelli, scritta da questi in replica di alcune dottrine incidentemente tocche

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2412 _allora vedremo dalla palla F, deſcriuerſi il cerchio F G, in_
_iempo minore, cioè la metà di quello, che vi voleua à compi-_
_re il cerchio ADE, e però la velocità in F G, ſarà la mede-_
_ſima, che aueua la palla nel ſito A._
Così allungandoſi il
pendolo ſi amplieranno le reuolutioni della palla,
ma ſempre ſarà la velocità medeſima.
Ofred. Io ſcommetterei ogni bellacoſa, che il Si-
gnor Borelli non hà fatto queſta eſperienza.
Matt. Fatta, ò non fatta poco importa. Io pure
credo più il nò, che il sì.
E giudico, che chi tenterà
queſt´eſperienza incontrarà in difficoltà inſuperabi-
li, nè potrà accertarſi eſſer vera la dottrina del Signor
Borelli.
Ma quando anco foſſe veriſſima l´eſperien-
za, queſta non dimoſtra lo ſteſſo douer ſucceder nel
moto delli graui all´ingiù mouendoſi la Terra, per
vna particolar cagione, che diremo militare nel mo-
to delli graui, e non in queſto del pendolo.
Cont. Mi perſuade però la ragione, che la palla
non poſſi trattenere la velocità medeſima deſcriuen-
do le circonferenze A E, G F, ma queſta debba più
debilitarſi deſcriuendo G F, che A E;
anzi che ten-
go di fermo, che non ſi conſerui nè anco per vn mo-
mento, ma ſubito principia à debilitarſi;
onde nè
meno deſcriuendo la circonferenza A E, ſi conſerui
il medeſimo empito.
Sia conferita alla palla A, vna
tal velocità, verb.
g. di gradi 8. e ſeparata queſta dal
principio mouente principij deſcriuere la circonfe-
renza A D E.
Perche il mezo reſiſte alla

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