Angeli, Stefano degli, Terze considerationi sopra una lettera di Gio. Alfonso Borelli, scritta da questi in replica di alcune dottrine incidentemente tocche

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2210 eſſi vada eſtinguendoſi l´empito in qual ſi ſia modo
in eſſi impreſſo.
Viene il proietto moſſo dal proi-
ciente, e nel ſtaccarſi da eſſo riceue vn tal grado di
velocità;
ma queſto ſtaccato che ſia dal proiciente,
non ſi conſerua il medeſimo in minimo tempo, poi-
che incontrando immediatamente la reſiſtenza del
mezo, principia ſubito à debilitarſi.
Ofred. Tanto che giudica V. S. che ſtaccatoſi, v.
g. la palla nell´Artigliaria dal fuoco, che la cacciaua
con 8.
gradi di velocità, per niun tempo conſerui
queſti 8.
gradi?
Matt. Stimo ciò neceſſario. Altrimenti quando
per qualche tempo, e ſpatio riteneſſe tutto l´empito,
non sò vedere perche queſto poi doueſſe debilitarſi,
mẽtre nõ vi ſaria maggior ragione del poco, che del
poco più.
Subito adunque prencipia debilitarſi,
perche ſubito il mezo principia à reſiſtere.
Stabili-
ta queſta dottrina, adduca Sig.
Conte l´eſperienze
del Sig.
Borelli.
_Cont._ Vna naue, _dice egli,_ che abbia concepito, ò dal
vento, ò daremi vn determinato grado di velocità quando
ella ſi riuolta, e deſcriue viaggi più curui, e ſi vede, che
ſcorre col medeſimo impeto di prima, e lo ſteßo ſi oſſerua ne
gli Vccelli volanti, e in tutti i proietti.
Matt. Se parliamo di vna naue in cui ò ſofi il ven-
to, ò ſi adoprino liremi con la medeſima forza, cer-
to che ne ſegue la medeſima velocità, ſi muoua que-
ſta ò per circolo maſſimo, ò per minore, purche

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