Angeli, Stefano degli, Terze considerationi sopra una lettera di Gio. Alfonso Borelli, scritta da questi in replica di alcune dottrine incidentemente tocche

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[Item 1.]
[2.] TERZE CONSIDER ATIONI SOPRA VNA LETTERA Del Molto Illuſtre, & Eccellentiſſimo Signor GIO: ALFONSO BORELLI Meſſineſe Mattematico nello Studio di Piſa, SCRITTA DA QVESTI IN REPLICA Di alcune Dottrine incidentemente tocche DA FRA STEFANO DE GL ANGELI VENETIANO MATTEM ATICO NELLO STVDIO DI PADOVA Nelle ſue prime Conſiderationi ſopra la forza di certo Argomento contro il moto diurno della Terra, ESPRESSE DA QVESTO IN VN DIALOGO Quinto in ordine.
[3.] IN VENETIA, M. DC. LXVIII. Appreſſo li Heredi Leni. CON LICENZA DE SVPERIORI.
[4.] ALL´ILL VSTRMO. EDOTTISSMO. SIG. Signor, e Patron Colendiſſimo IL SIGNOR MICHIEL´ ANGELO RICCI.
[5.] AL CORTESE LETTORE.
[6.] NOI REFORMATORI Dello Studio di Padoua.
[7.] DIALOGO QVINTO INTERLOCVTORI CONTE LESZCZYNSKY
[8.] FINE.
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10 camente mifurato. Eperche il Signor Gio: Al-
fonſo Borelli Mattematico digniſſimo nello Stu-
dio di Piſa ſi è compiaciuto d´impugnare queſta-
dottrina nel ſuo Libro _De Vi Percuſſionis_ anco pri-
ma che la publicaſſi, io che la tengo vera, mi
ſono ritrouato in neceſſità di difenderla.
Hà re-
plicato il Signor Borelli à quanto hò detto li me-
ſi paſſati in certa elegante lettera diretta all´Illu-
ſtriſſimo, e Dottiſſimo Signor Michiel´ Angelo
Ricci, nella quale, ſe bene profeſſa nel princi-
pio non voler conſiderare, che le coſe dottrina-
li, vi inſeriſce ſoſpetti tali del mio modo di pro-
cedere, che per leuarli queſte falſe impreſſioni,
mi ritrouo conſtretto à replicare.
Haueuo con-
ſtantemente determinato di non ſcriuer piùaltro
in ſimile propoſito, e l´hauerei eſequito quando
il Signor Borelli haueſſe replicato coſe tali, che
tù le poteſſi giudicare dalla ſola lettura, ma ha-
uendo riempiuta queſta lettera di queſti ſoſpetti
della mia ingenuità, e modo diprocedere, non
poſſo, nè deuo tacere in conto alcuno ſe non
voglio dar à vedere d´acconſentire, eſſendo tro-
pogeloſo, che il mondo tutto ſapia, che io l´hò
ſempre riuerito, e ſtimato quanto meritano le ſue
gran virtù.
Queſta è l´vnica cagione del mio ſcriuere, nel
che hò certamente adempito al mio debito, e
dato pace al mio animo.
Sarà in tuo arbitrio

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