Angeli, Stefano degli, Terze considerationi sopra una lettera di Gio. Alfonso Borelli, scritta da questi in replica di alcune dottrine incidentemente tocche

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3220 in altro modo, che conlo _io giudico, io credo, io ſtimo._
Matt. A torto dice il Sig. Borelli, che da noi non
ſia ſtata addotta ragione alcuna, perche sà bene ſe
habbiamo addotto quella almeno, che gl´hà dato
ranto faſtidio, come confeſſa alle facciate 12.
13. & c.
cioè che la caduta del graue ſarebbe più Orientale
della perpendicolare, il qual aſſurdo non ſi può fug-
gire.
Cont. Nella facciata 10. & anco in altri luoghi ſi
lamenta in vn certo modo della rigidezza con la
quale ſi procede nel conſiderare le coſe ſue, mentre
vi è gran differenza dalle coſe puramente geometri-
che alle fiſico-mattematiche;
in quelle non è lecito
variare pure vn iota dalle prime ſuppoſitioni, in
queſte non vi è neceſſario queſto rigore;
in queſte
ſi può variare qualche coſa, e baſta, che ſi verifichi-
no le coſe proſſimamente, altrimente il rechiedere
queſta puntualità nelle coſe fiſico-mattematiche il
_ſummum ius, eſt ſumma iniuria._
Matt. Realmente ſi vede, che la paſſione ne ac-
cieca nelli proprij intereſſi, sì che non deſcerniamo,
quello che ſia per noi, ò contro noi.
In queſto ſuo
lamento ſomminiſtra il Sig.
Borelli al Sig. di Fermat,
&
à me vn capo di difeſa il maggiore, che poteſſimo
penſare, quando però ne haueſſimo biſogno, il che
nonè.
Faciamo noi la noſtra ſuppoſitione geome-
trica, che vn punto ſi muoua dalla circonferenza
verſo il centro con due moti vno circolare

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