Alberti, Leon Battista, L' architettura

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117LIBRO PRIMO. che tu non trouerrai neſſuno, purche egli habbia il modo, che non habbia den
tro una certa inclinatione di edificare qualche coſa.
Et che ſe egli harà col pẽ-
ſiero trouato coſa alcuna appartenente allo edificare, uolentieri da ſe ſteſſo non
la dica, &
non la manifeſti allo uſo de gli huomini; quaſi che sforzato dalla na-
115 tura.
Et quanto ſpeſſo accade, che ſe bene noi ſiamo occupati in altre coſe, non
poſſiamo fare che con la mente, &
con lo animo, non ci immaginiamo di fare
alcuni edificii.
Et guardando le altrui muraglie, ſubito con diligentia conſide-
riamo tutte le proportioni &
miſure, & le eſſaminiamo, & ſecondo le forze del-
lo ingegno noſtro, ricerchiamo che coſe ui ſi poteſſero aggiugnere, leuare, &

2210 mutare:
Etauertiamo inoltre, in che modo elleno ſariano piu compiute, ò piu
belle.
Etſe alcuno edificio ſarà ben compartito, & perfettamente finito, chi
fia quello, che non lo riſguardi con dilettatione &
letitia grandiſſima? Ma à che
racconterò io quanto &
in caſa, & fuori, non ſolamente habbi giouato & dilet-
tato à Cittadini la Architettura;
ma gli habbi ancora grandemente honorati?
Chi ſarà colui, che non ſi reputi ad honore, lo hauere edificato; eſſendo repu-
3315 tato ancora à gloria l'hauer fatte un poco accuratamente le propie caſe ouegli
habiti?
Gli huomini da bene approuano, & inſieme ſi rallegrano, che tu con lo
hauer fatto un muro ò un portico belliſſimo, &
poſtoui ornamenti di Porte, di
Colonne, &
di coperture, habbi fatto il fatto tuo, & il loro; per queſto certo piu
che per altro, che e' cognoſco no che tu hai accreſciuto con queſto frutto delle
4420 tue ricchezze à te al Caſato, à deſcendenti, &
alla città tua molto di honore & di
dignità.
Il Sepolcro di Gioue diede principio à nobilitare la Iſola di Creta,
ne Delo era tenuto tanto in pregio, per l'Oracolo d'Apolline;
quanto pcr la for-
ma &
bellezza della Città, & per la maieſtà del tempio. Quãta autorità hab-
bia arrecato l'edificare all' Imperio &
nome Romano nõ accreſcerò io cõ il mio
5525 dire, piu che quella che noi per i Sepolcri, &
per le Reliquie dell' Antica Magnifi
centia, ſparſe per tutto, ueggiamo hauerne data cagione che ſi preſti fede, à mol
te coſe dette dallì Hiſtoriografi, lequali forſe altrimente ſarebbono parute incre
dibili.
Lodaua Tucidide oltramodo la prudentia de gli antichi; che haueſsino
talmente adorna la lor città d'ogni ſorte di edificii;
che mediante quegli la poſ-
6630 ſanza loro appariſſe molto maggiore che non era.
Et chi è ſtato quello infra i
grandiſſimi &
prudẽtiſſimi Principi, che tra le prime lor cure, ò pẽſieri di perpe-
tuare il nome, &
la poſterità ſua, nõ ſi ſia ſeruito dell' Architettura? Ma di ciò ſia
detto abaſtanza.
Queſto finalmente ſia uero, che per biſogno, per ſtabilità, per
dignità, &
per ornamento del Publico, ſiamo grandiſsimamente obligati all' Ar-
7735 chitettore:
Ilquale faccia che noi poſſiamo nella quiete, con tranquillità, allegrez
za &
ſanità; nel trauagliare, con utilità, & guadagno; & nell'una & nell'altra, ſen
za pericolo, &
con dignità ritrouarci. Non negheremo adunque ch'egli nõ ſia
da eſſer lodato &
tenuto in pregio, & da eſſer poſto sì per la piaceuolezza, & per
la marauiglioſa gratia delle opere;
sì per la neceſſità, & ꝑ gli aiuti, & fortezza del
8840 le coſe trouate da lui;
sì per il frutto della futura etate, infra i primi huomini che
habbino meritato quali ſi ſiano premii &
honori. La onde hauẽdo noi cõ ſciute
queſte coſe eſſer talmente fatte, cominciammo per diletto dell'animo noſtro ari
cercare con piu diligenza, de l'arte &
dele coſe loro. Et da che principii

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