Alberti, Leon Battista, L' architettura

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3531LIBRO PRIMO. queſto ſi debbe procurare a che Venti eſſe fineſtre debbino eſſer uolte; percioche
e’
ne ſarà lecito fare quelle, che guarderanno in verſo aure ſalutifere molto aper-
te
per ogni verſo.
Et gioueracci di aprirle talmente, che il fiato del vento vadia
intorno
a corpi de gli habitatori;
& queſto ſi farà facilmente, ſe le ſponde delle fi-
115 neſtre ſi laſceranno tanto baſſe, che e’ ſi poſsi &
eſſer veduto, & ve lere coloro, che
paſſano
per le ſtrade.
Ma quelle fineſtre che ſaranno uolte inuerſo i Venti, di
Regioni
non coſi del tutto ſane, ſi debbono fare in modo, che le riceuino i lumi
non
minori, che conuenìenti;
mane anco tanto grandi, che e’ ſi poteſsi fare con
minori
, &
queſte ſi debbono porre alte, accio che il muro da rincontro rompa i
2210 Venti, prima che e’tocchino i corpi:
Perciochea queſto modo ſi haueranno i
Venti
, mediante iquali l’aria vi ſi rinnouera, ma interotti;
& però non al tutto
mal
ſani.
Debbeſi ancora auertire quai ſoli debbino entrare dentro nelle caſe,
&
ſecondo diuerſe commodità, far le fineſtre piu larghe, ò piu ſtrette. Nelle
ſtanze
per la ſtate ſe le fineſtre ſi porranno verſo tramontana, elleno debbono
farſi
per ogni verſo grandi, Et ſe le ſi porranno verſoi Soli di mezo , ſarà vtile
3315 fare le fineſtre baſſe &
piccole; concioſia che quelle ſono piu ſpedite à riceuere le
aure
;
Et queſte ſaranno offeſe da minore quantità di raggi ſolari, & harà aſſai di
lume
quel luogo per il continuo aggirarſigli intorno del Sole;
nelquale gli huo-
mini
ſi raguneranno piu per hauerui ombra, che lume.
Ma per il contrario nel
le
ſtanze da verno, riceueranno meglio la ſpera del Sole, ſele ſaranno grandi;
4420 ma non riceueranuo coſii Venti, ſe le ſi porranno ſu alto, & per ciò i Ventinon
offenderanno
di prima giunta gli habitatori, che ui ſtanno dentro.
Finalmen-
te
hauendo a pigliar lumi da qual ſi uoglia luogo, e’ biſogna pigliargli in modo,
che
e’ ſi vegga liberamente il Cielo.
Et tutti quei vani che ſi laſciano per riceue-
rei
lumi, non è lecito in modo alcuno di laſciarli baſsi:
Percioche, i lumi ſono
5525 ueduti da gli occhi, &
non da i piedi; oltre che in ſimili luoghi accade, che in-
terponendoſi
vno huomo a vno altro, ſi interrompono i lumi;
& tutto il reſto
del
luogo diuenta poi buio, la quale ſcommodità non accade ſe ilumi vengono
da
alto.
Le porte debbono imitare le fineſtre, cioè ſieno maggiori, ò minori,
piu
, o manco ſecondo la frequentia, &
il biſogno del luogo. Maio veggo che
6630 gli Antichi oſſeruaron di laſciare ne gli edificij publici aſſaiſsimi uani, ſimili a que
ſti
, d’amẽdue le ſorti.
Di ciò ci fan fede i Teatri, iquali ſe noi bene eſaminiamo,
ſon
tutti pieni di uani, di ſcale, ancora di fineſtre, &
di porte. Et queſti uani ſi
debbon
collocare talmente, che in mura
4[Figure 4] groſsiſsime ſi laſcin vani piccoliſsimi,
7735&
nelle facciate piccole dellemura, ſi
laſcin
maggiori del biſogno.
In queſte
ſorti
di vani, altri, altri diſegni hanno lo-
dati
, ma i buoni Architettori non gli
no
vſati, ſe non quadri, &
di linee diritte.
8840 Tutti finalmente s’accordano a queſto,
che
ſecondo la grandezza, &
forma del-
lo
edificio, ſi accõmodino, &
ſiano egli-
no
come ſi vogliono.
Appreſſo e dico-
no
che i vani delle porti, debbono

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