Alberti, Leon Battista, L' architettura

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5551LIBRO SECONDO. ma tocca da Vapori, o da fiamme ſubito ſi ſpacca, & ſe ne in pezzi; il che di-
cono
che medeſimamente auiene a ogni pietra forte, &
maſsimo alle Selici
bianche
, &
alle nere: che poſſono ſopportare punto il fuoco. In campagna
di
Roma, è una Pietra ſimile alla cenere nericcia, nella quale pare che ſieno
meſcolati
, &
poſti carboni; laquale è tãto leggieri, che tu non te lo pẽſereſti mai,
115&
è facile a lauolarla il ferro, & ſalda al tutto, & da durare, & contro a fuochi,
&
contro alle Tempeſte non debole; ma è in modo arida, & ſitibonda, che ſubi-
to
abbrucia, &
inghiottiſce le humiditati delle calcine, & laſcia le calcine abbru
ciate
, &
uane, altrimenti che polueri: Laonde aperteſi le congiũture, l’opera
preſto
pela, &
inoltre rouina. Male pietre tonde, & maſsimo quelle de’ fiumi
2210 ſon di cõtraria natura a queſta, percioche ſon ſempre humidiccie, s’accoſtano
mai
alle calcine, che coſa è quella ch’eglino han trouato, che i Marmi nelle caue
di
marmo creſcono.
In queſti noſtri tẽpi ſi ſon trouati in Roma minutami di
pietre
Treuertine ſpugnoſe, eſſere creſciuti, &
diuentati un pezzo ſolo, m dian
te
il nutrimento (per dire coſi) datoli dal tẽpo, &
dal Terreno. Tu uedrai al la-
3315 go di piè di Luco da quel lato donde cade l’acqua dallo ſcoſceſo precipitio, nel
finme
della Nera, che il labbro ſopra della ripa è creſciuto di giorno in giorno,
in
modo che alcuni hanno ſtimato, che mediante queſto ingroſſare, &
creſce-
re
della pietra, quella ualle riſerrataſigli la bocca, ſia diuenuta lago.
Sotto la Ba
ſilicata
non diſcoſto dal Fiume Silari, da quella parte, doue caſcono dalle alte ri-
4420 pe le Acque inuerſo Oriente, ſi uede ogni giorno creſcere grandiſsimi pez-
zi
di congelate, &
pendenti pietre, in tanta grãdezza, che qual ſi è, l’una peſa pa-
recchi
carratte.
Queſta pietra freſca & molle del materno ſugo, è molto tene-
ra
, ma quando ella ſi raſciuga, diuenta duriſsima, &
accõmodatiſsima a tutti i bi-
ſogni
.
Io ho ueduto accadere il ſimile di alcuni Aquidotti i fianchi delle for-
5525 me, de quali, hauendo contratta una certa gomma, paiono incroſtati di pietra.
In Romagna ſi poſſono uedere in queſti tempi due coſe certamente molto de-
gne
di memoria;
In quel d’Imola è una ripa d’un Torrẽte molto alta, nella qua-
le
ogni giorno hor quà, hor in ſpeſsi lnoghi eſcono fuori, molti &
grandi ſaſsi
tondi
, generatiſi nelle intime uiſcere della Terra:
Ne Campi di Faenza in ſu la ri
6630 pa della corrente Lamona, ui ſono molte lunghe pietre, &
grandi lor natura,
che
ogni giorno gettano fuora, non poca quantità di Sale;
& ſi penſa che ſpa-
tio
di tẽpo diuenti pietra.
In quel di Firenze in Toſcana appreſſo al fiume del
le
Chiane è una Poſſeſsione nella quale i duri ſaſsi, che in quantità ui ſieno ſopra
ſparſi
, ogni ſette anni ſi riſoluono in zolle.
Plinio raccõta che appreſſo a Spiga,
7735&
intorno a Caſſandrea le zolle di terra, ſi conuertono in ſaſsi. In quel di Poz
zuolo
ſi genera una poluere, che meſcolata l’acqua del Mare, induriſce, &
di-
uenta
pietra.
In tutto il lito da Oropo inſino in Aulide ciò che è bagnata dal
Mare
induriſce, &
diuenta Pietra. Et Diodoro ſcriue che in Arabia le zolle
(cauata la terra) hanno odori ſuaui, &
che colate con il fuoco come i Metalli,
8840 ſi conuertono in pietre.
Et aggiugne dipoi che queſte medeſime pietre, ſon
tali
, che quando ſopra di loro cade acqua piouana, ſe gli illiquidiſcono le con-
giunture
, &
tutto il muro diuenta di un pezzo. Cauaſi in Aſſo di Troade il
Sarcophago
, che ſi congiugne per le ſue uene atte al fenderſi, ſe in queſta pie-

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