Alberti, Leon Battista, L' architettura

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6763LIBRO TERZO. auertiſchino, & ti uietino, che tu non ſeguiti l'opera incominciata. Et in que-
ſto mentre ei ſi diſdice certo, il non perdonare alle ſatiche delli Antichi, &
non
prouedere a que’ commodi de cittadini, che e' pigliano di queſte loro paterne
habitationi, in lequali ſi ſon aſſuefatti;
peroche il rouinare, & gittare per terra, &
ſpianare inſino a fondamenti tutte quelle coſe douunche elleno ſi ſieno, ſi puo
115 far ſempre a tua poſta.
Et però io uorrei che le coſe uecchie, ſi manteneſsino
intere;
inſino a tanto che le nuoue non ſi poteſsino piu fare ſe quelle non ſi ro-
uinano.
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Che i fondamenti ſi debbono principalmente diſegnare con linee, & con quali Inditij ſi co-
noſca la ſaldezza del terreno. Cap. I I.
NEl diſegnare i fondamenti, biſogna che tu ti ricordi chei primi princi -
pii delle mura, &
i Zoccoli, che e' chiamano fondamenti, debbono eſſere
una determinata parte piu larghi che il muro da farſi:
a imitatione di co
3315 loro, che uanno per le neui ſu per le Alpi di Toſcana, iquali portano in piede
certi graticci fatti di funicelle, &
di Vinchl, teſſuti per quello uſo proprio; con
la larghezza de quali ſi difendono dallo sfondare.
Come eſſe cantonate ſi di-
ſtribuiſchino non ſarebbe facile il racontarlo coſi a punto, ſolamente con pa-
role:
concioſia che il modo del diſegnarle, ſia tratto da i Matematici; & habbia
4420 bilogno di eſſempio di linee.
Coſa fuori della intention noſtra, della quale
trattammo in altro luogo, ne Comenti delle coſe matematice.
Io niente dime
no mi prouerrò, &
mi sforzerò per quanto a queſto luogo ſi aſpetta di parla-
re in modo, che ſe tu ſarai ingegnoſo, intenderai facilmente molte coſe, onde
dapoi da te ſteſſo, poſſederai il tutto.
Quelle coſe adunque che per auentura
5525 ti parriano oſcure, ſe tu le uorrai pure ſapere apunto, le imparerai pigliandole
da eſsi comenti.
Noi ueramente diſegnando i fondamenti, ſiamo ſoliti a diriz
zare alcune linee, le quali chiamiamo radici, in queſto modo.
Dal mezo della
facciata dinanzi della opera io tiro una linea inſino alla parte di dietro, nel me-
zo della lunghezza della quale, io ficco un chiodo in terra, a trauerſo della
6630 qnal linea, per uia di Geometria io tiro una linea diritta;
& coſi tutto quello,
che ſi hà a miſurare, io riduco a queſte due linee, tutte le coſe ne ſuccedono
beniſsimo.
Sonui pronte le linee equidiſtanti, colgonſi giuſtiſsime le cantona
te, corriſpondono le parti alle parti, &
ſi conformano commodamente.
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