18995QVINTO.
tenuti vniti che dalla preſſione dell’aria, eſſendo nel va-
cuo, e di più percotendo vn vetro con l’altro douerebbero
certo diſſoluerſi. Ma ſe ciò non ſuccederà, non doueremo
dire non eſſer il contatto ſolo delli minimi, che conſtituiſ-
chi la durezza del vetro?
cuo, e di più percotendo vn vetro con l’altro douerebbero
certo diſſoluerſi. Ma ſe ciò non ſuccederà, non doueremo
dire non eſſer il contatto ſolo delli minimi, che conſtituiſ-
chi la durezza del vetro?
Terzo è manifeſto a chi ha ò fatto da ſe, ò letto appreſſo chi
hà fatto l’eſperienze del Baroſcopio, che ſe ſopra il mercu-
rio del vaſo ſtagnante infondendoſi acqua, ò altro liquido,
e pian piano alzando il Baroſcopio, che diſcenda il mercu-
rio in eſſo contenuto, che prima era pendulo ſin’ altezza
del couſueto braccio, & vn quarto, e che arriuata la boeca
del Baroſcopio all’acqua; queſta ſaliſce a riempirlo con
tanto empito, che ſe non ſi teneſſe feimo con ambidue le
mani, lo ſcagliarebbbe per aria ad alto con grandiſſima
velocità: anzi alle volte, quando la canna non è ſufficien-
temente groſſa, la ſpezza. Hora ſalendo l’acqua con tan-
to empito, e trouato li minimi del vetro non premuti, e
ſolo contigui, ſtriſciando ſopra eſſi, e radendo li lati del
vetro farebbe vn gran raſpamento, diſſipamento, e ſpargi-
mento d’eſſi. Ma ciò non ſuccede. Adunque, & c.
hà fatto l’eſperienze del Baroſcopio, che ſe ſopra il mercu-
rio del vaſo ſtagnante infondendoſi acqua, ò altro liquido,
e pian piano alzando il Baroſcopio, che diſcenda il mercu-
rio in eſſo contenuto, che prima era pendulo ſin’ altezza
del couſueto braccio, & vn quarto, e che arriuata la boeca
del Baroſcopio all’acqua; queſta ſaliſce a riempirlo con
tanto empito, che ſe non ſi teneſſe feimo con ambidue le
mani, lo ſcagliarebbbe per aria ad alto con grandiſſima
velocità: anzi alle volte, quando la canna non è ſufficien-
temente groſſa, la ſpezza. Hora ſalendo l’acqua con tan-
to empito, e trouato li minimi del vetro non premuti, e
ſolo contigui, ſtriſciando ſopra eſſi, e radendo li lati del
vetro farebbe vn gran raſpamento, diſſipamento, e ſpargi-
mento d’eſſi. Ma ciò non ſuccede. Adunque, & c.
_Mat_ Queſte ragioni del Sig.
Ofredi mi paiono non poco cal-
zanti. Alcuno però forſe ricorrerebbe a negare che nel tu-
bo, e valo vi foſſe vacuo, ma ò efluui di mercurio, ò altra
materia, che pur premendo li minimi del vetro impediſce
il loro diſcio glimento. Altri poi trouerebbe forſe altre ri-
ſpoſte più adequate. Io per me inclino a credere che non
ſolo il vetro. ma tutti li altri corpi poſti nel vacuo non
conſeruino quella duritie, che hanno nel pieno. Ma di
queſto con altr occaſione.
zanti. Alcuno però forſe ricorrerebbe a negare che nel tu-
bo, e valo vi foſſe vacuo, ma ò efluui di mercurio, ò altra
materia, che pur premendo li minimi del vetro impediſce
il loro diſcio glimento. Altri poi trouerebbe forſe altre ri-
ſpoſte più adequate. Io per me inclino a credere che non
ſolo il vetro. ma tutti li altri corpi poſti nel vacuo non
conſeruino quella duritie, che hanno nel pieno. Ma di
queſto con altr occaſione.
_Cont._
La prima ragione del Sig.
Ofredi mi pare di niun valo-
re Poiche ſe bene ceſſa la preſſione dell’aria, nulladimeno
non cadono li minimi del vetro mercè la loro minima gra
uità. Che vna laſtra ſi ſepari dall’altra, leuata, ò debilitata
la preſſione dell’aria, non è merauiglia, eſſendo conſide
rabilmente graue. Ma li minimi del vetro qual grauità
poſſono hauere?
re Poiche ſe bene ceſſa la preſſione dell’aria, nulladimeno
non cadono li minimi del vetro mercè la loro minima gra
uità. Che vna laſtra ſi ſepari dall’altra, leuata, ò debilitata
la preſſione dell’aria, non è merauiglia, eſſendo conſide
rabilmente graue. Ma li minimi del vetro qual grauità
poſſono hauere?