Angeli, Stefano degli, Della gravita' dell' aria e fluidi : esercitata principalmente nelli loro homogenei

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13743_QVARTO_. dantemente. E dopò vna ſi lunga digreſſione, ritornando
doue è ſtata principiata, parmi di poter ragioneuolmente
concedere al Signor Ofredi, che ſi fa tanta fatica nel tener
immerſo il galleggiante, quant’è l’ecceſſo della grauità
d’vna mole d’acqua vguale ad eſſo ſopra la ſua propria, per
cheil galleggiante tenga ſolleuato quella mole d’acqua ad
eſſo vguale, che leuato eſſo diſcenderebbe, eſſendo il fatto
certiſſimo, anco quando quella non foſſe la vera cagione
_Ofr_. Adunque tenendo il vaſo ABC, V. S. non ſente ſe non
l’ecceſſo della grauità di tant’acqua in mole quant’è il ve-
tro con l’aria DBE, ſopra la grauità di queſti, perche alza-
to il vaſo ABC, ſolo quell’acqua diſcende, e non altr’acqua
vguale all’acqua ADEC, che reſta in quel medemo luogo.
Adunque male paragona vetro, aria, & acqua con tant’ac-
qua quanta è queſta mole.
_Mat_. Dato, e non conceſſo, che non diſcendeſſe l’acqua vgua-
30[Figure 30] le all’ ADEC, mentre alzando il vaſo, queſta reſti nel me-
demo luogo, io dico che ciò ſarebbe per accidente, cioè per
cagione dell’aria, che condenſata per l’acqua entrata nel
va ſo, mentre alziamo il vaſo non ſentendo tanta

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