Gallaccini, Teofilo, Trattato sopra gli errori degli architetti

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8266DEGLI ERRORI DEGLI ARCHITETTI re in altra parte, ed è cagione, che le mura, e i fondamenti marciſcono,
quando non vi ſi ponga rimedio, facendovi calceſtruzzi doppj, con buona calcina
d’albazzano, la quale, per quanto io credo, ſi fa ſolamente nei luoghi intor-
no a Siena;
o con altra calcina impaſtata bene con rena di fiume, o con puz-
zolana, e murandovi ſopra, o mattoni ben fatti, e ben cotti per taglio, o per
coltello;
o pietre vive, o laſtre grandi di travertino ben commeſſe inſieme, di
sì fatta maniera che le congiunture ſieno fatte a modo d’intaccature tagliate a
ſquadra, o a coda di rondine, affinchè l’una ottimamente ſi colleghi coll’altra,
e l’acqua difficilmente poſſa penetrare per le congiunture.
Imperciocchè in que-
ſto modo le pietre ſi legano così ſtrettamente inſieme, che non pare, che ab-
biano biſogno di calcina, baſtando bagnarle ſolamente, e accoſtarle bene inſie-
me:
poichè l’umidità frappoſta ſi converte in tartaro, il quale è come una
colla, o come una ſaldatura (dagli Antichi detta ferramen), che le collega.
Talchè l’acqua cadente dalle gronde, e da’canali, non vi penetra, nè vi ſi fer-
ma:
e tanto più, quando ſi pongono le dette pietre, o mattoni con pendenza.
Ma tutto ciò meglio ſi comprenderà conſiderandoſene l’appreſſo eſempio.
49[Figure 49]Csempio delle pietre vive ò lastre grandi congiunte insieme da
intacature à squadra e à coda di rondina.
E quando non ſi guarda molto bene, ſe lungo i fondamenti vi paſſa l’acqua corrente
di foſſo, o di gora, o di fiume;
allora ſi commette graviſſimo errore non ricorren-
do ai pronti, e convenienti ripari di ſteccate, d’argini, e di rifondamenti;
poichè l’acqua, che corre continuo, rode il fondamento. Ma quegli errori, che
accadono nelle parti eminenti, allora ſi veggiono ſcuoprire, quando non ſi vol-
ge l’occhio ai difetti dei travamenti, dei tetti, delle cornici, e di tutti i fini-
menti delle muraglie:
come, quando non ſi conſiderano perfettamente i legna-
mi, ſe hanno patito umidità, ſe ſon cavati da tarli, o da altri animali, ſe ſon
cotti dal Sole, o ſe hanno alcuna rottura notabile, e pericoloſa:
e quando altri
ſe la paſſaſſe, ſenza conſiderare con molto accorgimento le cornici, non riguar-
dando, ſe ſi ſpiccano dal muro, ſe pendono, ſe hanno le parti ſmoſſe:
e final-
mente, quando non ſi avverte, ſe la parte ſuperiore della muraglia eſce del
piombo del ſuo poſamento, il che è ſegno, che ella non può far reſiſtenza,
nè ſpalla alla forza dello ſpigner delle volte, degli archi, e delle travi armate.

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