Vitruvius, I Dieci Libri dell' Architettvra di M. Vitrvvio, 1556

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6052LIBRO galeotti, & ſoldati ſenza che altri ſene accorga, poſſa quanto biſogna commandare, Dapoi la morte di Mauſolo re
gnando Artemiſia ſua moglie, ſdegnandoſi i Rhodiotti, ch’una ſemina ſignoreggiaſſe le Città di tutta la Caria, ſi mi-
ſero in punto per occupar quel Regno, ilche eſſendo alla Reina fatto intender, ella commãdo che in quel porto ſteſ-
ſe l’armata all’ordine co’marinari, e ſoldati, ma il reſto de cittadini ſopra le mura compariſſero.
Ma hauendo i Rho-
diotti la lor bella armata nel porto maggiore condotta, la Reina commando che fuſſero dalle mura ſalutati, &
pro-
meſſa loro fuſſe la Città perilche quelli abbandonate le naui entrarono nella Città, ma la Reina di ſubito per la foſſa
fatta dal minor porto traſſe fuori la armata nel mare, &
entrata nel maggiore sbarcati i ſoldati, & i galcotti, tirò nel
mare la uota armata de Rhodiotti, iquali non huendo doue ricourarſi eſſendo tolti di mezzo furono nella piazza
tutti à pezzi tagliati.
Artemiſia entrata nelle naui de Rhodiotti preſe la uia de Rhodi, periche uedndo i Rhodiotti
le lor nauti tornare ingirlandate de frondi penſando che fuſſero i loro cittadini, riceuerono iloro nemici, alhora la Rei
na preſa Rhodi, ucciſi i principali, nella Città poſe il Trofeco della ſua uittoria, è due ſtatue fe fare di Bronzo, una
1110 rappreſentaua la Città de Rhodi l’altra la Rua imagine, figurando queſta, che con affocato ferro la Città di Rhodi ſi-
gillaſſe.
Dapoi queſto fatto i Rhodiotti dalla Religione impediti, perchen non era lecito rimouere i conſecrati Tro-
fei, fecero d’intorno alle ſtatue uno edificio, &
quello ricoprirono inalzando un luogo per guardia all’uſanza Greca,
accioche niuno andare ui poteſſe, &
queſto commandarono, che Abaton ſi chiamaſſe. Non hauendo adunque, i, Re
coſi potenti ſprezzata l’opera de Mattoni, potẽdo per le fatte prede, &
per le coſe, che gli erano portate, farle non ſo-
lamente di cemento, ò di quadrata pietra, madi Marmo, io non penſo, che ſian da biaſmare gli edificij murati di qua-
drelli, pure che drittamente fatti ſiano.
Ma perche non ſia lecito al populo Romano in Roma fabricare in queſto
modo, io ne dirola ragione.
Le leggi publiche non comportano, che le groſſezze de i muri neiluoghi communi ſiano
maggiori d’un piede, e, mezzo, ma gli altri Pareti, accio che gli ſpatij, non ſi faceſſero piu ſtretti, di quella ſteſſa grof-
ſezza ſi fanno, ma que Mattoni crudi ſe non ſeranno di due, ò di tre corſi de mattoni, con la groſſezza d’un piede &

2220 mezzo, non potranno ſoſtenere piu che un palco.
Ma nella maeſtà di quella Città in tanta frequentia de cittadini
biſognaua fare innumerabili habitationi, non potendo adunque il campo piano riceuere ad habitar dentro di Ro-
ma tanta moltitudine, la coſa iſteſſa, poſe necesſita di uenire all’altezza de gli edificij, &
però con le pilaſtrate di pie-
tra, &
con le murature di pietra cotta, & con i Pareti di cemento per commodità de i cenacoli, & dei luoghi, di doue
ſi guarda abbaſſo ſono ſtate fatte le altezze, &
con gli ſpesſi palchi condhiauate, & però il popolo room. ſenza im-
pedimento ha le ſtanze bellisſime moltiplicati i palchi, &
i corritori in grande altezza. Ma poi che è ſtato preſo la ra
gione perche in Rome per la necesſità de i luoghi ſtretti, non ſi ſanno i pareti di Mattoni.
Hora ſi dirà in che modo
far ſi deono accioche durino aſſai, fuor della Città, poſto ſia nella ſommità de i Pareti ſotto la copritura del tetto una
muratura di terra cotta alta circa un piede, e mezzo, &
habbia gli ſporti de gli orli, & gli ſporti de i gocciolatoi, & co-
ſi potranno ſchiuare i danni, &
i diffetti, che hauer ſogliono i pareti, perche quando nel tetto ſeranno le tegole rotte
3330 ò da i uenti al baſſo gettate da quella parte, chel’acqua delle pioggie potrà far danno la ſportatura, &
il recinto di
Mattoni cotti non laſciera offender il crudo, ma lo ſporto de i corniccioni ſpignera in fuori le goccie oltra il dritto
cadimẽto, &
con quel modo intiere, & ſalde ſi ſerberanno le murature de quadrelli. Ma ſe la muratura fatta di pietre
cotte ſerà buona ò non, in poco ſpatio di tẽpo non ſi puo ſapere, perche s’ella è ferma nelle tẽpeſte e ſtrauẽti, &
nella
ſtate, alhora è prouata, perche quella, che nõ ſarà di buona creta, ò che ſarà poco cotta toccata dal ghiaccio, ò dalla
pruina iui ſi moſtrera diffettoſa.
Quella adunque non potra nelle muratureſoſtenere il carico, che ne i tetti non può
patir la fatica, perilche auuerra, chei Pareti di uecchie tegole coperti potrãno hauer fermezza.
Ma io non uorrei, che
in alcun tẽpo giamai foſſero ſtati i Craticci rittrouati, perche quanto giouano alla preſtezza, &
tengono manco luo
go, tanto ſono di cõmune, &
maggior calamità, perche ſono come faſci à gli incendij preparati. Et però pare, che la
ſpeſa delle cotte pietre ſia migliore nella ſontuoſita, che lo ſparagno dei craticci nel pericolo.
Appreſſo quelle, che
4440 ſono nella incroſtatura fanno ſiſſure per la diſpoſitione dritta, &
trauerſa de i Craticcipoſti ſotto la croſta, perche
quando s’inteingono leggiermeute riceuendo l’humore ſi gonſiano, &
poi ſeccandoſi ſi riſtringono, & coſi aſſomigli-
ti rompono la fermezza delle croſte.
Ma perche alcuni aſtretti ſono à coſi fare, ò per la preſte zza, ò per biſogno, ò
per ſeparare un luogo dall’altro, però è di meſtieri far in queſto modo.
Fatto fia il funolo, & ſolleuato, acioche ò dal
terazzo, ò pauimento toccato non ſia, perche eſſendo iui ſommerſo col tempo ammarciſce dapoi dando in ſe picga,
erompe la bellezza delle incroſtature.
Il fin qui, come hò potuto, dei Pareti ho detto, & dello apparecchio della
materia loro diſtintamente, &
di che bontà fieno, & che diffetti habbiano Reſta, che io eſpona chiaramente quanto
appartiene alle trauature, &
con che ragione ſi troua la materia da farle, & come ſiano di buona durata quanto di-
moſtra la natura delle coſe.
Io ho uoluto porre tutta la interpretatione del preſente cap. ſi perche è facile, & di piana intelligenza, ſi perche prima mi ſon forzato di met-
5550 tere innanzi à gliocchi con il ſoprapoſto diſcorſo tutta la preſente materia, nel reſto ogni ſtudioſo può da ſe ſteſſo conſiderare tutto quello, che
Vitr.
hà uoluto fare in queſta parte, & uedra la ſua intentione eſſer state di ragionar della Fabrica dei muri, e Pareti, come egli dice nel fi-
ne del ſoprapoſto capo, hauer diuiſo queſto ragionamento in piu parti, &
nella prima hauer detto le maniere del murare, & hauer reſo la
ragione de i diffetti, &
della bontà di quelle, quaſi comparadndole inſime. Nella ſeconda hauer ragionato della muratura de Greci di tre ma-
niere di quella, &
hauer compareato il modo Greco al modo Latino di murare. Nellaterza hauer lodato il fabricare de Mattoni, dimoſtrato-
ui il uero modo, &
con bella, & hiſtorica commendatione hauer commendato le fabriche di Mauſolo, & propoſtoci molti eſſempi di quelle,
&
finita la ſua ornata digresſione accompagnata dalli leggi del populo Rom. nelqual caſo s’e dimostrato non ignorante delle leggi ciuili, &
nell’ultima eſſer ritornato ad’inſegnarci quanto era neceſſario à uarie ſorti dimurature ſi de Pareti, come di craticci conchiudendo finalmen-
te quanto ha uoluto fare, &
quanto intende, poſcia nel ſeguente capo di dichiarire. I uocaboli ueramente del testo per la interpretatione, &
altroue per la eſpoſitione noſtra ſono chiari.
Leggi Plin. per tutto il Trenteſimoſeſto Libro trouerai molte coſe al propoſito, & le figure del
6660 le coſe dette da Vitr.
& da noi, che qui ſotto ſono, daranno adintendcre. Leggi ancho Plin. al Cap. quinto e ſeſto quartodecimo del pre-
detto Libro.

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