Caverni, Raffaello, Storia del metodo sperimentale in Italia, 1891-1900

Table of figures

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[Figure 317]
[Figure 318]
[Figure 319]
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[Figure 321]
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[Figure 330]
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[Figure 338]
[Figure 339]
[Figure 340]
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Sia il piano inclinato XNC (fig. 122) di cui si prolunghi la base oriz­
zontale
NC della quantità CO, uguale ad XN, e sopra O eretto il perpendi­
colo
ZO, uguale a NC, s'appoggi l'altro piano ZC, che farà per la costru­
313[Figure 313]
Figura 122.
zione
l'angolo XCZ retto, dentro il quale s'im­
magini
posato il grave sferico IFH.
Il peso totale
si
compartirà ugualmente nelle due direzioni
FI
, IH, condotte dal centro I ai punti di con­
tatto
, e perciò perpendicolari ai due piani tan­
genti
.
Chiamati ora M. T il momento totale,
M
. XC, M.ZC i momenti parziali sopra i piani
XC
, ZC, si dovrebbe, secondo il teorema dimo­
strato
da Galileo e dal Torricelli, avere le due
proporzioni
M.T:M.XC=XC:XN, M.T:M.ZC
=XC:NC, le quali composte darebbero M.T:M.XC+M.ZC=XC:XN+NC;
cioè
, dice il Vanni, “ momentum totale ad momenta partialia, simul sumpta,
est
ut hypothenuse XC ad latera XN, et NC, in directum posita eiusdem trian­
guli
XNC.
Atqui hypothenusa XC non est aequalis lateribus XN, NC, sed
est
illis minor, ergo, si totale momentum ad partialia sit ut XC ad XN et
NC
, momentum totale non aequatur, sed est minus momentis partialibus
simul
sumptis.
Ergo momentum totale, ad momentum super plano declivi XC,
non
est ut longitudo plani XC ad perpendiculum XN (Romae 1684, pag.
3).
È indicibile la confusione che venne a mettere in tutto il mondo ma­
tematico
questo argomento del Vanni, in cui ora, a noi che abbiamo dime­
stichezza
col parallelogrammo delle forze, è tanto facile scoprire il paralo­
gismo
.
Ma non era allora così: l'arguto oppositore concludeva contro la
proposizione
di Galileo da un principìo insegnato dallo stesso Galileo, che
cioè
si aliquod mobile duplici motu aequabili moveatur, nempe horizon­
tali
et perpendiculari, impetus, seu momentum lationis ex utroque motu
compositae
, erit potentia aequalis ambobus momentis priorum motum
(Alb.
XIII, 234). Questa galileiana risponde alla XLI De vi percussionis,
dove
il Borelli avverte che il moto resultante per XC (nella precedente

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