Caverni, Raffaello, Storia del metodo sperimentale in Italia, 1891-1900

Table of figures

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[Figure 50]
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1niere au-devante le prunelle. Il est bien vrai que le prunelle nous décou­
vré
tout l'hemisphère à la fois: l'artefice que j indique ne decouvrirà qu'un
astre
.
Mais cet astre serà grand: la Lune aussi deviendrà plus grande, et
33[Figure 33]
Figura 25.
nous
connoîtrons mieux la figure de sas
taches
(Essai, etc., Paris 1797, pag.
23).
Il Venturi vorrebbe far credere che qui
Leonardo
avesse descritto un canocchiale,
ma
pure è chiaro che il modo d'avvalorar
la
vista in tale vinciana invenzione è fondato
sopra
un effetto ottico molto differente da
quelli
soliti d'operarsi o dalle lenti cristalline o dagli specchi.
L'effetto ottico
ivi
speculato, e l'applicazione di lui a veder, secondo Leonardo, gli oggetti più
di
lontano, son cose meritevolissime della nostra attenzione, riconoscendo­
visi
l'Autore studioso di adattare un tubo a portar lontano la luce, o, se­
condo
lui, le specie visibili, a quel modo che si adatta così efficacemente a
portar
più lontano i suoni.
Mirabile è questo inaspettato riscontro intrave­
duto
tra il Portaluce e il Portavoce, ma è ben più mirabile che a quello
stesso
riscontro vi fosse condotto Leonardo, non a caso, ma per via di re­
condita
scienza della natura della luce e de'suoni, e delle proprietà de'raggi
sonori
; scienza ignorata in gran parte, come si dimostrerà nel progresso
della
nostra Storia, dagli stessi Fisici del secolo XVII.
Per Leonardo tanto
la
luce che i suoni si diffondono in sfere o in raggi divergenti, ed è que­
sta
la ragione per cui va languendo, per via delle distanze, la vivacità
delle
immagini e la intensità delle voci.
Dentro i tubi i raggi lucidi e i so­
nori
, impediti di divergere, si mantengono paralleli e portan perciò più lon­
tano
le specie visibili e i tremori armonici.
Si comprende bene che la spe­
culazione
del nuovo strumento ottico proposto nel Manoscritto vinciano è
fondato
sopra la falsa ipotesi platonica de'raggi luminosi che si muovon dal­
l
'occhio di chi guarda, come i raggi sonori si muovon dalle labbra di chi
parla
, ma se è vero che la luce si propaghi in onde come il suono, non vi
è
dubbio che, per lo strumento e per la teoria di Leonardo, i tubi chiusi
debbono
operar sulla vista qualche altro più sottile e più recondito effetto,
oltre
i consueti assegnati dagli Ottici, che son quelli di riparar l'occhio dalla
soverchia
luce diffusa, e dalle riflessioni irregolari.

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