1niere au-devante le prunelle. Il est bien vrai que le prunelle nous décou
vré tout l'hemisphère à la fois: l'artefice que j indique ne decouvrirà qu'un
astre. Mais cet astre serà grand: la Lune aussi deviendrà plus grande, et
33[Figure 33]
vré tout l'hemisphère à la fois: l'artefice que j indique ne decouvrirà qu'un
astre. Mais cet astre serà grand: la Lune aussi deviendrà plus grande, et
33[Figure 33]
Il Venturi vorrebbe far credere che qui
Leonardo avesse descritto un canocchiale,
ma pure è chiaro che il modo d'avvalorar
la vista in tale vinciana invenzione è fondato
sopra un effetto ottico molto differente da
quelli soliti d'operarsi o dalle lenti cristalline o dagli specchi. L'effetto ottico
ivi speculato, e l'applicazione di lui a veder, secondo Leonardo, gli oggetti più
di lontano, son cose meritevolissime della nostra attenzione, riconoscendo
visi l'Autore studioso di adattare un tubo a portar lontano la luce, o, se
condo lui, le specie visibili, a quel modo che si adatta così efficacemente a
portar più lontano i suoni. Mirabile è questo inaspettato riscontro intrave
duto tra il Portaluce e il Portavoce, ma è ben più mirabile che a quello
stesso riscontro vi fosse condotto Leonardo, non a caso, ma per via di re
condita scienza della natura della luce e de'suoni, e delle proprietà de'raggi
sonori; scienza ignorata in gran parte, come si dimostrerà nel progresso
della nostra Storia, dagli stessi Fisici del secolo XVII. Per Leonardo tanto
la luce che i suoni si diffondono in sfere o in raggi divergenti, ed è que
sta la ragione per cui va languendo, per via delle distanze, la vivacità
delle immagini e la intensità delle voci. Dentro i tubi i raggi lucidi e i so
nori, impediti di divergere, si mantengono paralleli e portan perciò più lon
tano le specie visibili e i tremori armonici. Si comprende bene che la spe
culazione del nuovo strumento ottico proposto nel Manoscritto vinciano è
fondato sopra la falsa ipotesi platonica de'raggi luminosi che si muovon dal
l'occhio di chi guarda, come i raggi sonori si muovon dalle labbra di chi
parla, ma se è vero che la luce si propaghi in onde come il suono, non vi
è dubbio che, per lo strumento e per la teoria di Leonardo, i tubi chiusi
debbono operar sulla vista qualche altro più sottile e più recondito effetto,
oltre i consueti assegnati dagli Ottici, che son quelli di riparar l'occhio dalla
soverchia luce diffusa, e dalle riflessioni irregolari.
Leonardo avesse descritto un canocchiale,
ma pure è chiaro che il modo d'avvalorar
la vista in tale vinciana invenzione è fondato
sopra un effetto ottico molto differente da
quelli soliti d'operarsi o dalle lenti cristalline o dagli specchi. L'effetto ottico
ivi speculato, e l'applicazione di lui a veder, secondo Leonardo, gli oggetti più
di lontano, son cose meritevolissime della nostra attenzione, riconoscendo
visi l'Autore studioso di adattare un tubo a portar lontano la luce, o, se
condo lui, le specie visibili, a quel modo che si adatta così efficacemente a
portar più lontano i suoni. Mirabile è questo inaspettato riscontro intrave
duto tra il Portaluce e il Portavoce, ma è ben più mirabile che a quello
stesso riscontro vi fosse condotto Leonardo, non a caso, ma per via di re
condita scienza della natura della luce e de'suoni, e delle proprietà de'raggi
sonori; scienza ignorata in gran parte, come si dimostrerà nel progresso
della nostra Storia, dagli stessi Fisici del secolo XVII. Per Leonardo tanto
la luce che i suoni si diffondono in sfere o in raggi divergenti, ed è que
sta la ragione per cui va languendo, per via delle distanze, la vivacità
delle immagini e la intensità delle voci. Dentro i tubi i raggi lucidi e i so
nori, impediti di divergere, si mantengono paralleli e portan perciò più lon
tano le specie visibili e i tremori armonici. Si comprende bene che la spe
culazione del nuovo strumento ottico proposto nel Manoscritto vinciano è
fondato sopra la falsa ipotesi platonica de'raggi luminosi che si muovon dal
l'occhio di chi guarda, come i raggi sonori si muovon dalle labbra di chi
parla, ma se è vero che la luce si propaghi in onde come il suono, non vi
è dubbio che, per lo strumento e per la teoria di Leonardo, i tubi chiusi
debbono operar sulla vista qualche altro più sottile e più recondito effetto,
oltre i consueti assegnati dagli Ottici, che son quelli di riparar l'occhio dalla
soverchia luce diffusa, e dalle riflessioni irregolari.
In ogni modo riman pur ancora lontana dal vero la sentenza del Ven
turi, che nel Portaluce di Leonardo da Vinci vorrebbe veder descritto uno
de'canocchiali moderni, essendo tutti gli scrittori concordi in affermare che
l'invenzione di così utile strumento non occorse prima che al cominciar del
secolo XVII Cercar chi ne fosse primo Autore e come vi riuscisse, è im
presa vana, perchè segue delle invenzioni quel che segue dell'erbe, le quali
avendo i germi piccoli e sotto terra, non se ne conoscon le virtù nè se ne
sanno i nomi, se non dappoichè sono uscite fuori e hanno aperte le foglie
all'aria. Pure, non son mancati alcuni, i quali hanno preteso di saper la
prima origine e il nome dell'inventore del Canocchiale e ne hanno compo-
turi, che nel Portaluce di Leonardo da Vinci vorrebbe veder descritto uno
de'canocchiali moderni, essendo tutti gli scrittori concordi in affermare che
l'invenzione di così utile strumento non occorse prima che al cominciar del
secolo XVII Cercar chi ne fosse primo Autore e come vi riuscisse, è im
presa vana, perchè segue delle invenzioni quel che segue dell'erbe, le quali
avendo i germi piccoli e sotto terra, non se ne conoscon le virtù nè se ne
sanno i nomi, se non dappoichè sono uscite fuori e hanno aperte le foglie
all'aria. Pure, non son mancati alcuni, i quali hanno preteso di saper la
prima origine e il nome dell'inventore del Canocchiale e ne hanno compo-