1consisteva nell'aver preparato il Telescopio a mostrare il disco del sole proiet
tato sopra una carta, com'usa farsi per descriver le macchie.
97[Figure 97]
tato sopra una carta, com'usa farsi per descriver le macchie.
97[Figure 97]
Figura 32.
Non vogliam però lasciar di notare che il Vossio
non giudicò rettamente dello Scheiner, nè par che
avesse letti i due Trattati di lui, quando, dopo aver
descritta la sopra citata esperienza, soggiunge: “ Et
hinc petenda est ratio quamobrem sol oriens et oc
cidens sub ellipsis figura spectandum se praebeat,
quam non satis assecutus est Scheinerus, dum a
speculis cavis huius rei causam adstruere conatur,
in quibus refractio locum non habet ” (De Nili orig.
appendix. Hagae Comitis 1666, pag. 112).
non giudicò rettamente dello Scheiner, nè par che
avesse letti i due Trattati di lui, quando, dopo aver
descritta la sopra citata esperienza, soggiunge: “ Et
hinc petenda est ratio quamobrem sol oriens et oc
cidens sub ellipsis figura spectandum se praebeat,
quam non satis assecutus est Scheinerus, dum a
speculis cavis huius rei causam adstruere conatur,
in quibus refractio locum non habet ” (De Nili orig.
appendix. Hagae Comitis 1666, pag. 112).
Ripigliando il filo del nostro discorso, se queste considerazioni intorno
allo Scheiner valgono in generale, a più forte ragione valevano per Galileo,
che aveva tanta avversione contro il gesuita travestito in Apelle. Perciò se
tutti avevano scuse di negar l'argomento delle rifrazioni, attribuendo il Sole
ellittico ad altre cause, fu tra questi principale Galileo, come si vede che
fece alla prima occasione presentatasi, e fu quella di pubblicare il suo Sag
giatore. Qui un altro Gesuita sosteneva che il Sole e la Luna appariscono
più grandi all'orizzonte, perchè, mediante la sfera vaporosa, vengono ad es
sere maggiormente illuminati. Ma Galileo dice a quel Gesuita che egli era
in inganno “ imperocchè non pel lume de'vapori, ma per la figura sferica
dell'esterna loro superficie, e per la lontananza maggiore di quella dall'oc
chio nostro, quando gli oggetti son più verso l'orizzonte, appariscono essi
oggetti maggiori della lor comune apparente grandezza, e non i luminosi
solamente, ma qualunque altro posto fuor di tal regione. Traponete tra l'oc
chio vostro e qualsivoglia oggetto una lente convessa cristallina in varie lon
tananze; vedrete che, quando essa lente sarà vicina all'occhio, poco si accre
scerà la specie dell'oggetto veduto, ma discostandola, vedrete successivamente
andar quella ingrandendosi. E perchè la region vaporosa termina in una
superficie sferica, non molto elevata sopra il convesso della Terra, le linee
rette, che tirate dall'occhio nostro arrivano alla detta superficie, sono disu
guali, e minima di tutte la perpendicolare verso il vertice, e delle altre di
mano in mano maggiori sono le più inchinate verso l'orizzonte che verso
il zenit ” (Alb. IV, 344).
allo Scheiner valgono in generale, a più forte ragione valevano per Galileo,
che aveva tanta avversione contro il gesuita travestito in Apelle. Perciò se
tutti avevano scuse di negar l'argomento delle rifrazioni, attribuendo il Sole
ellittico ad altre cause, fu tra questi principale Galileo, come si vede che
fece alla prima occasione presentatasi, e fu quella di pubblicare il suo Sag
giatore. Qui un altro Gesuita sosteneva che il Sole e la Luna appariscono
più grandi all'orizzonte, perchè, mediante la sfera vaporosa, vengono ad es
sere maggiormente illuminati. Ma Galileo dice a quel Gesuita che egli era
in inganno “ imperocchè non pel lume de'vapori, ma per la figura sferica
dell'esterna loro superficie, e per la lontananza maggiore di quella dall'oc
chio nostro, quando gli oggetti son più verso l'orizzonte, appariscono essi
oggetti maggiori della lor comune apparente grandezza, e non i luminosi
solamente, ma qualunque altro posto fuor di tal regione. Traponete tra l'oc
chio vostro e qualsivoglia oggetto una lente convessa cristallina in varie lon
tananze; vedrete che, quando essa lente sarà vicina all'occhio, poco si accre
scerà la specie dell'oggetto veduto, ma discostandola, vedrete successivamente
andar quella ingrandendosi. E perchè la region vaporosa termina in una
superficie sferica, non molto elevata sopra il convesso della Terra, le linee
rette, che tirate dall'occhio nostro arrivano alla detta superficie, sono disu
guali, e minima di tutte la perpendicolare verso il vertice, e delle altre di
mano in mano maggiori sono le più inchinate verso l'orizzonte che verso
il zenit ” (Alb. IV, 344).
Questa speculazione fu poi, senz'ombra di dubbio, accolta dal Renieri,
il quale la proponeva, per servire al medesimo intento di Galileo, al prin
cipe Leopoldo. È notabile che il Principe, sinceramente confessando di aver
poca cognizione di simili materie (Targioni, Notizie ecc., ediz. cit., T. II,
P. II, pag. 751), pur sentisse quanto quelle speculazioni di Galileo e del
Renieri avessero dello strano, e fossero contradette dalle più volgari espe
rienze. Ed è a notare altresì che il Principe fosse da tanto tempo prevenuto
da Leonardo da Vinci, il quale risolse da maestro il problema così infelice
mente tentato da Galileo e dal Renieri, professando principii ottici, che emen-
il quale la proponeva, per servire al medesimo intento di Galileo, al prin
cipe Leopoldo. È notabile che il Principe, sinceramente confessando di aver
poca cognizione di simili materie (Targioni, Notizie ecc., ediz. cit., T. II,
P. II, pag. 751), pur sentisse quanto quelle speculazioni di Galileo e del
Renieri avessero dello strano, e fossero contradette dalle più volgari espe
rienze. Ed è a notare altresì che il Principe fosse da tanto tempo prevenuto
da Leonardo da Vinci, il quale risolse da maestro il problema così infelice
mente tentato da Galileo e dal Renieri, professando principii ottici, che emen-