Caverni, Raffaello, Storia del metodo sperimentale in Italia, 1891-1900

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1nel piano inclinato come l'angolo retto sta all'angolo fatto con l'orizzonte
dallo
stesso piano, doveva esser quello comunemente dimostrato dai Mate­
matici
contemporanei, e dai predecessori, male deducendolo dai principii sta­
tici
del Nemorario.
Imperocchè si dovevano, secondo que'principii, compu­
tare
i momenti per la discesa virtuale del grave nel diretto, ossia per i seni
e
non per gli angoli delle inclinazioni.
S'era Leonardo ben saputo delibe­
rare
da questo errore, a cui poi, insieme con la volgar turba dei Matema­
tici
, rimase preso anco il Cardano, ma il Tartaglia, esercitandosi intorno alle
XIII
proposizioni De ponderibus, e ragionando intorno ad esse a dovere, fu
condotto
alla conclusion vera, che si desiderava, e fu il primo a dar pub­
blica
dimostrazione delle leggi dell'equilibrio de'gravi, in atto di scendere
lungo
i piani inclinati.
Di quelle giovanili esercitazioni lasciò il Matematico
bresciano
memoria in un opuscolo, intitolato Jordani opusculum De pon­
derositate
Nicolai Tartaleae studio correctum, pubblicato postumo, com'al­
trove
si disse, nel 1565 in Venezia.
In cotesto opuscolo la questione X è
così
proposta: “ Si per diversarum obliquitatum vias duo pondera descen­
dant
, fiantque declinationum et ponderum una proportio, eodem ordine
sumpta
, una erit utriusque virtus in declinando (fol.
7). E nel risolverla
ch
'e'fa è sollecito di avvertire i Lettori, ch'egli è venuto a salvare dal co­
mune
naufragio, come, trattando di declinazioni, non intende di quelle degli
angoli
, ma delle linee o de'seni: “ dico non angulorum, sed linearum usque
ad
aequidistantem resecationem, in qua aequaliter sumunt de directo (ibid.).
Figura 107.

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