Caverni, Raffaello, Storia del metodo sperimentale in Italia, 1891-1900

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1efficit colorem, velut flamma lenem fumum comburens, densus vero ac for­
tis
ebrium ac rufum gignit colorem, velut in carbonibus (ibi). Ma non
per
questo fu poi l'Autore seguito dagli Ottici, i quali più ragionevolmente
ritennero
che, dove la luce è più condensata, ivi debbano i colori esser
più
risplendenti.
Il Boulliaud, nella proposizione XXIX del suo Trattato De natura lu­
cis
, così scriveva della luce, che refratta nelle lenti cristalline o ne'prismi,
genera
la varietà de'colori: “ Fortis lux et condensata coloribus splenden­
tibus
tinguit.
Si enim lentem vitream soli opponas et radios post traiectio­
nem
in alba charta excipias, in medio illuminationis color maxime vividus
coruscat
, in confinio umbrae colores paulatim infuscantur.
Hic vero colores
papyro
albae aut chartae non insunt, neque in vitrea lente, sed a lumine
deferuntur
, cui insunt, et pro luminis fortitudinem et extenuationem mu­
tantur
(Parisiis 1638, pag.
43).
Figura 40.
di
porcellana, il candido fondo del quale sia rico­
perto
d'acqua infino al livello EP. Sia, nel punto A
della
sponda di esso vaso, un'apertura, attraverso
alla
quale, decussati i raggi che vengon dal sole,
cadano
a illuminare ugualmente la superficie MN
dell
'acqua, ma variamente il fondo OPQ del vaso,
che
brilla di tre più distinti colori.
Dice il Grimaldi
che
questi colori son dovuti alla varia costipazione
de
'raggi, dopo aver subite nell'acqua le rifrazioni.

Verso
NQ quegli stessi raggi son più costipati, e
il
colore ivi perciò è il più vivamente splendido
o
il rosso: verso MO i raggi son più dissipati,
e
perciò il colore è ivi il più fosco o il violetto.
Che poi verso NQ i raggi
sien
più costipati, si prova dall'Autore in questo facile modo: Divide il fa­
scio
incidente AMN in due parti uguali, colla bissettrice AI, la quale si ri­
frange
in IP, cosicchè, nello spazio occupato dalla luce refratta IQ, debbasi
ritrovar
la medesima copia di raggi che nell'altro spazio MP.
Ma questo, per
la
legge delle rifrazioni, risulta di maggior misura e capacità di quello, dun­
que
in IQ i raggi convien che veramente vi stieno più condensati.
Siqui­
dem
tantumdem radiorum debet intelligi inter duos refractos IP et NQ quan­
tum
intelligitur inter duos IP et MO item refractos, quemadmodum aequalis
portio
luminis ac radiorum continatur inter duos directos GI, LN, ac inter
duos
directos GI, HM, quia nimirum aequalis portio solis radiat per fora­
men
A ad aquae superficiei partem IN, atque ad partem IM.
Cum ergo an­
gustius
sit spatium inter refractos NQ et IP contentum, quam contentum

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