1efficit colorem, velut flamma lenem fumum comburens, densus vero ac for
tis ebrium ac rufum gignit colorem, velut in carbonibus ” (ibi). Ma non
per questo fu poi l'Autore seguito dagli Ottici, i quali più ragionevolmente
ritennero che, là dove la luce è più condensata, ivi debbano i colori esser
più risplendenti.
tis ebrium ac rufum gignit colorem, velut in carbonibus ” (ibi). Ma non
per questo fu poi l'Autore seguito dagli Ottici, i quali più ragionevolmente
ritennero che, là dove la luce è più condensata, ivi debbano i colori esser
più risplendenti.
Il Boulliaud, nella proposizione XXIX del suo Trattato De natura lu
cis, così scriveva della luce, che refratta nelle lenti cristalline o ne'prismi,
genera la varietà de'colori: “ Fortis lux et condensata coloribus splenden
tibus tinguit. Si enim lentem vitream soli opponas et radios post traiectio
nem in alba charta excipias, in medio illuminationis color maxime vividus
coruscat, in confinio umbrae colores paulatim infuscantur. Hic vero colores
papyro albae aut chartae non insunt, neque in vitrea lente, sed a lumine
deferuntur, cui insunt, et pro luminis fortitudinem et extenuationem mu
tantur ” (Parisiis 1638, pag. 43).
cis, così scriveva della luce, che refratta nelle lenti cristalline o ne'prismi,
genera la varietà de'colori: “ Fortis lux et condensata coloribus splenden
tibus tinguit. Si enim lentem vitream soli opponas et radios post traiectio
nem in alba charta excipias, in medio illuminationis color maxime vividus
coruscat, in confinio umbrae colores paulatim infuscantur. Hic vero colores
papyro albae aut chartae non insunt, neque in vitrea lente, sed a lumine
deferuntur, cui insunt, et pro luminis fortitudinem et extenuationem mu
tantur ” (Parisiis 1638, pag. 43).
Il Grimaldi nonostante, il quale ben riconobbe l'importanza del sog
getto, e presenti che dal diligente esame dello spettro solare sarebbe uscita
la vera teoria de'colori, fu colui che dimostrò come i più risplendenti erano
quelli davvero, dove i raggi, nella ineguale dispersione spettrale attraverso
all'acqua o àl cristallo, riuscivano più costipati. Sia RBCD (fig. 40) un vaso
105[Figure 105]
getto, e presenti che dal diligente esame dello spettro solare sarebbe uscita
la vera teoria de'colori, fu colui che dimostrò come i più risplendenti erano
quelli davvero, dove i raggi, nella ineguale dispersione spettrale attraverso
all'acqua o àl cristallo, riuscivano più costipati. Sia RBCD (fig. 40) un vaso
105[Figure 105]
Figura 40.
di porcellana, il candido fondo del quale sia rico
perto d'acqua infino al livello EP. Sia, nel punto A
della sponda di esso vaso, un'apertura, attraverso
alla quale, decussati i raggi che vengon dal sole,
cadano a illuminare ugualmente la superficie MN
dell'acqua, ma variamente il fondo OPQ del vaso,
che brilla di tre più distinti colori. Dice il Grimaldi
che questi colori son dovuti alla varia costipazione
de'raggi, dopo aver subite nell'acqua le rifrazioni.
Verso NQ quegli stessi raggi son più costipati, e
il colore ivi perciò è il più vivamente splendido
o il rosso: verso MO i raggi son più dissipati,
e perciò il colore è ivi il più fosco o il violetto. Che poi verso NQ i raggi
sien più costipati, si prova dall'Autore in questo facile modo: Divide il fa
scio incidente AMN in due parti uguali, colla bissettrice AI, la quale si ri
frange in IP, cosicchè, nello spazio occupato dalla luce refratta IQ, debbasi
ritrovar la medesima copia di raggi che nell'altro spazio MP. Ma questo, per
la legge delle rifrazioni, risulta di maggior misura e capacità di quello, dun
que in IQ i raggi convien che veramente vi stieno più condensati. “ Siqui
dem tantumdem radiorum debet intelligi inter duos refractos IP et NQ quan
tum intelligitur inter duos IP et MO item refractos, quemadmodum aequalis
portio luminis ac radiorum continatur inter duos directos GI, LN, ac inter
duos directos GI, HM, quia nimirum aequalis portio solis radiat per fora
men A ad aquae superficiei partem IN, atque ad partem IM. Cum ergo an
gustius sit spatium inter refractos NQ et IP contentum, quam contentum
di porcellana, il candido fondo del quale sia rico
perto d'acqua infino al livello EP. Sia, nel punto A
della sponda di esso vaso, un'apertura, attraverso
alla quale, decussati i raggi che vengon dal sole,
cadano a illuminare ugualmente la superficie MN
dell'acqua, ma variamente il fondo OPQ del vaso,
che brilla di tre più distinti colori. Dice il Grimaldi
che questi colori son dovuti alla varia costipazione
de'raggi, dopo aver subite nell'acqua le rifrazioni.
Verso NQ quegli stessi raggi son più costipati, e
il colore ivi perciò è il più vivamente splendido
o il rosso: verso MO i raggi son più dissipati,
e perciò il colore è ivi il più fosco o il violetto. Che poi verso NQ i raggi
sien più costipati, si prova dall'Autore in questo facile modo: Divide il fa
scio incidente AMN in due parti uguali, colla bissettrice AI, la quale si ri
frange in IP, cosicchè, nello spazio occupato dalla luce refratta IQ, debbasi
ritrovar la medesima copia di raggi che nell'altro spazio MP. Ma questo, per
la legge delle rifrazioni, risulta di maggior misura e capacità di quello, dun
que in IQ i raggi convien che veramente vi stieno più condensati. “ Siqui
dem tantumdem radiorum debet intelligi inter duos refractos IP et NQ quan
tum intelligitur inter duos IP et MO item refractos, quemadmodum aequalis
portio luminis ac radiorum continatur inter duos directos GI, LN, ac inter
duos directos GI, HM, quia nimirum aequalis portio solis radiat per fora
men A ad aquae superficiei partem IN, atque ad partem IM. Cum ergo an
gustius sit spatium inter refractos NQ et IP contentum, quam contentum