Caverni, Raffaello, Storia del metodo sperimentale in Italia, 1891-1900

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COROLLARIUM II. — “ Patet rursus totum tempus per ABC, ad tempus
per AB, esse sesquialterum ” (ibid., fol.
181).
Le proposizioni III e IV, che contengono in sè dimostrato il principio
meccanico, son le medesime della I e II, scritte nel primo Libro, e si pre­
mettono qui come necessarie a concluderne la proposizione V, che è la V
di quello stesso primo Libro, corredata però di un elegante corollario.
Fu
un tal corollario suggerito a Galileo dall'essersi, in cercare i mezzi termini
della detta V proposizione, incontrato nel seguente teorema: Sia CDA (fig.
174)
365[Figure 365]
Figura 174.
un circolo, a cui giunga nel punto A la AF tan­
gente.
Se si conducano dal punto di contatto le due
corde AC, AD, e presa AB=AD, si abbassino da
B, D alla AF due perpendicolari, s'avrà la propor­
zione DF:EB=AD:AC.
Facendo ora il trapasso dalla Geometria alla
Meccanica, considerando la AF orizzontalmente di­
retta, e AD, AC quali due piani inclinati, il dimo­
strato teorema geometrico, insieme con la detta pro­
posizione V, davan facile modo a Galileo di risolver
questo meccanico teorema: Sopra il piano AC trovare il punto, da cui par­
tendosi un mobile, giunga in A nel medesimo tempo, che vi giungerebbe
quel medesimo mobile, partendosi da D sull'altro piano; imperocchè la cer­
cata lunghezza AC s'è trovato esser quarta proporzionale dopo DF, EB, AD,
ed essere di più una corda che, partendosi dal medesimo infimo punto del
diametro a un punto della medesima circonferenza, si sa, per la dimostrata
proposizione V, dover essere alla corda AD tautocrona, per cui soggiungesi
da Galileo così a quella stessa V proposizione, per modo di corollario:
“ Collige, existentibus planis inaequaliter inclinatis AD, AC, atque data
longitudine AD, inveniri posse, in plano AC, portionem, quae eodem tem­
pore cum DA peragatur.
Ducto enim perpendiculo DF, et, posita AB ae­
quali AD, ducto perpendiculo BE, fiat, ut DF ad EB, ita DA ad AC, erit­
que tempus per CA aequalc tempori per DA ” (ibid., fol.
47).
Così nuovamente preparate le cose, nel corollario della prima proposi­
zione, nel teorema meccanico, e in questo ultimo del tautocronismo delle
corde nel cerchio; passava felicemente Galileo, senza nulla supporre, a di­
mostrar questa, che è in ordine la VI proposizione del Libro, e che può
considerarsi rispetto all'altre come la canocchia, dalla quale si dovrà trarre
e compilare il lungo filo.
PROPOSITIO VI. — “ Tempus casus per planum inclinatum, ad tempus
sasus per lineam suae altitudinis, est ut eiusdem plani longitudo ad longi­
tudinem suae altitudinis.
“ Sit planum inclinatum BA (fig. 175) ad lineam horizontis AC, sitque
linea altitudinis perpendicularis BC: Dico tempus casus, quo mobile move­
tur per BA, ad tempus, in quo cadit per BC, esse ut BA ad BC. ”
“ Erigatur perpendicularis ad horizontem ex A, quae sit AD, cui oc-

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