Il Granduca però, piuttosto che al Campani, aveva pensato a Filippo
Treffler, dell'arte del quale era tanto rimasto sodisfatto, quando l'ebbe a'suoi
servigi in Firenze, e perciò comandava al Viviani scrivesse a lui diretta
mente, ordinandogli che pensasse a costruire con maggior perfezione l'Igro
metro, per sè già sensibilissimo, del Folli. Quella lettera, data da Firenze
il dì 21 Novembre 1665, e dallo stesso Viviani spedita ad Augusta, così
diceva:
Treffler, dell'arte del quale era tanto rimasto sodisfatto, quando l'ebbe a'suoi
servigi in Firenze, e perciò comandava al Viviani scrivesse a lui diretta
mente, ordinandogli che pensasse a costruire con maggior perfezione l'Igro
metro, per sè già sensibilissimo, del Folli. Quella lettera, data da Firenze
il dì 21 Novembre 1665, e dallo stesso Viviani spedita ad Augusta, così
diceva:
“ Per l'aggiunto disegno si dimostra un semplicissimo strumento, che
a'mesi addietro fu presentato al nostro Padron serenissimo, per mezzo del
quale si conoscono le piccole mutazioni dell'aria dal più al meno umido
che vi si trovi. Tutta l'invenzione si riduce all'avervi ingegnosamente adat
tato quell'ordinarissimo effetto che tutti i giorni si vede ne'fogli delle fine
64[Figure 64]
a'mesi addietro fu presentato al nostro Padron serenissimo, per mezzo del
quale si conoscono le piccole mutazioni dell'aria dal più al meno umido
che vi si trovi. Tutta l'invenzione si riduce all'avervi ingegnosamente adat
tato quell'ordinarissimo effetto che tutti i giorni si vede ne'fogli delle fine
64[Figure 64]
“ S'immagini pertanto ABC
(fig. 56) essere una striscia di
carta da impannata, a guisa
d'un nastro, lunga circa due
terzi di braccio, o più o meno,
e larga meno di un dito. Que
sta è avvolta ne'suoi estremi A,
C su due subbietti imperniati,
da potergli ben fermare, ma
anco girare bisognando, in oc
casione di allungare o scor
ciare il detto nastro di carta,
per temperare il suo benchè
leggerissimo peso con quello
di un piccolo contrappeso, che
deve sempre tenerla tesa, e mi credo che nel fermarvela da principio si
debba prima privarla interamente dell'umido, con scaldarla, e in tale stato
immediatamente tirarvela, distendendola per linea retta da A a B. In mezzo
di tal nastro nel punto B sta fermato il capo del filo BDE, il quale cavalca
sopra un piccolissimo rocchetto di ottone, o di legno che sia, col suo asse
che dentro i fori di due ali sta imperniato sopra i suoi poli, nell'estremità
di uno de'quali sta fissa la lancetta DF, che nel volgersi al moto del detto
rocchetto dimostra i gradi o minuti sulla circonferenza della sfera stabile o
mostra FG, avendo però riguardo che la detta lancetta e l'imperniatura siano
agilissimi al moto. All'altro estremo del filo in E sta pendente un piccol
peso H, il quale va aggiustato con tal discrezione, che, per ogni minimo al
lungamento della suddetta striscia di carta e'sia appunto bastante, senza
sforzarla, a tenerla ben distesa per le due linee AB, BC. Così temperato lo
nell'operare, che per
(fig. 56) essere una striscia di
carta da impannata, a guisa
d'un nastro, lunga circa due
terzi di braccio, o più o meno,
e larga meno di un dito. Que
sta è avvolta ne'suoi estremi A,
C su due subbietti imperniati,
da potergli ben fermare, ma
anco girare bisognando, in oc
casione di allungare o scor
ciare il detto nastro di carta,
per temperare il suo benchè
leggerissimo peso con quello
di un piccolo contrappeso, che
deve sempre tenerla tesa, e mi credo che nel fermarvela da principio si
debba prima privarla interamente dell'umido, con scaldarla, e in tale stato
immediatamente tirarvela, distendendola per linea retta da A a B. In mezzo
di tal nastro nel punto B sta fermato il capo del filo BDE, il quale cavalca
sopra un piccolissimo rocchetto di ottone, o di legno che sia, col suo asse
che dentro i fori di due ali sta imperniato sopra i suoi poli, nell'estremità
di uno de'quali sta fissa la lancetta DF, che nel volgersi al moto del detto
rocchetto dimostra i gradi o minuti sulla circonferenza della sfera stabile o
mostra FG, avendo però riguardo che la detta lancetta e l'imperniatura siano
agilissimi al moto. All'altro estremo del filo in E sta pendente un piccol
peso H, il quale va aggiustato con tal discrezione, che, per ogni minimo al
lungamento della suddetta striscia di carta e'sia appunto bastante, senza
sforzarla, a tenerla ben distesa per le due linee AB, BC. Così temperato lo
nell'operare, che per