1qui di non passar sotto silenzio com'egli, oltre all'uso medico, tentò di ap
plicare il Termometro alla soluzion di un problema, che frugò vivamente
la curiosità de'Fisici, la quale non parve essere pienamente sodisfatta, se
non dai moderni inventori di strumenti ben assai più sensibili dei santoriani.
Il problema, e la ricercata soluzione di lui, concernono il sensibile effetto
dei raggi calorifici della Luna. Geminiano Montanari, nella sua Astrologia
convinta di falso, più di un secolo e mezzo prima, che il Melloni venisse
a confermare il fatto, per mezzo del suo Termo moltiplicatore, aveva tro
vato che il raggio lunare, riflesso da uno specchio ustorio grande su un
10[Figure 10]
plicare il Termometro alla soluzion di un problema, che frugò vivamente
la curiosità de'Fisici, la quale non parve essere pienamente sodisfatta, se
non dai moderni inventori di strumenti ben assai più sensibili dei santoriani.
Il problema, e la ricercata soluzione di lui, concernono il sensibile effetto
dei raggi calorifici della Luna. Geminiano Montanari, nella sua Astrologia
convinta di falso, più di un secolo e mezzo prima, che il Melloni venisse
a confermare il fatto, per mezzo del suo Termo moltiplicatore, aveva tro
vato che il raggio lunare, riflesso da uno specchio ustorio grande su un
10[Figure 10]
Figura 3.
Termometro delicato di moto, (Ve
nezia 1685, pag. 8) si rendeva sen
sibile, e benchè non faccia alcun
cenno dell'Autore più antico, no
nostante l'esperienza e il fatto son
quegli stessi descritti nelle se
guenti parole dal nostro Santorio:
“ Figura A (fig. 3) est luna plena:
figura B est speculum concavum
quod lumen Lunae recipit: figu
ra C est vas ex vitro, quo dimeti
mur gradus caloris et frigoris. A
speculo concavo lumen facit cu
spidatam figuram C. Permittimus ut luminis Lunae cuspis
feriat figuram C per spatium decem, vel plurium pulsationum
instrumenti (un orologio a pendolo di cui parleremo a suo
luogo) ut inde possit observari per quot gradus rarefiat aer
inclusus in figura C .... Praeterea, si velimus dignoscere
differentiam inter calorem solis et Lunae, curamus ut specu
lum radios solis recipiat hoc fine, ut turbinate cuspis radio
rum solis feriat vas vitreum signatum litera C: tunc statim
apparet quantum calefaciet sol, et quaenam sit proportio ca
loris Lunae ad Solem. Observavimus per spacium decem
pulsationum luminis Lunae cuspidem decem caloris gradus
efficere. Solis vero lumen in eodem instrumento cuspidatim
tangendo, idem vas vitreum, in unica pulsatione, 120 gradus caloris efficere.
Varii tamen gradus fiunt prout varia sunt instrumenta, et variae sunt pul
sationes ” (Sanctorii, Comment. in prim. Fen. Op. Omn. Venetiis 1660, T. III,
pag. 108), per cui non può rilevarsi, da questa santoriana notabilissima
esperienza, il grado assoluto del calor della Luna, benchè si raccolga chia
ramente essersi al Santorio mostrato, quello stesso calore, assai sensibile.
Soggiunge ivi poi d'avere altre volte sostituito allo specchio una palla di
vetro piena di acqua, o un globo di cristallo, ciò che particolarmente descrive
più sotto a pag. 486 della citata edizione di questo stesso Commentario.
Termometro delicato di moto, (Ve
nezia 1685, pag. 8) si rendeva sen
sibile, e benchè non faccia alcun
cenno dell'Autore più antico, no
nostante l'esperienza e il fatto son
quegli stessi descritti nelle se
guenti parole dal nostro Santorio:
“ Figura A (fig. 3) est luna plena:
figura B est speculum concavum
quod lumen Lunae recipit: figu
ra C est vas ex vitro, quo dimeti
mur gradus caloris et frigoris. A
speculo concavo lumen facit cu
spidatam figuram C. Permittimus ut luminis Lunae cuspis
feriat figuram C per spatium decem, vel plurium pulsationum
instrumenti (un orologio a pendolo di cui parleremo a suo
luogo) ut inde possit observari per quot gradus rarefiat aer
inclusus in figura C .... Praeterea, si velimus dignoscere
differentiam inter calorem solis et Lunae, curamus ut specu
lum radios solis recipiat hoc fine, ut turbinate cuspis radio
rum solis feriat vas vitreum signatum litera C: tunc statim
apparet quantum calefaciet sol, et quaenam sit proportio ca
loris Lunae ad Solem. Observavimus per spacium decem
pulsationum luminis Lunae cuspidem decem caloris gradus
efficere. Solis vero lumen in eodem instrumento cuspidatim
tangendo, idem vas vitreum, in unica pulsatione, 120 gradus caloris efficere.
Varii tamen gradus fiunt prout varia sunt instrumenta, et variae sunt pul
sationes ” (Sanctorii, Comment. in prim. Fen. Op. Omn. Venetiis 1660, T. III,
pag. 108), per cui non può rilevarsi, da questa santoriana notabilissima
esperienza, il grado assoluto del calor della Luna, benchè si raccolga chia
ramente essersi al Santorio mostrato, quello stesso calore, assai sensibile.
Soggiunge ivi poi d'avere altre volte sostituito allo specchio una palla di
vetro piena di acqua, o un globo di cristallo, ciò che particolarmente descrive
più sotto a pag. 486 della citata edizione di questo stesso Commentario.