1gnava, secondo riferisce il Porta, a conoscer se il mosto era puro, o s'era
stato mescolato coll'acqua. “ Unde si in mustum mala vel pyra silvestria
immiseris, et mustum purissimum erit, supernatabunt mala et fluitabunt. At
si aquam admistam habuerint, mala fundum petunt introque merguntur.
Cum enim aqua musto tenuior sit, et levior facit ut malum subsidat. Quod
optime a Sotione descriptum est et satis curiose. Inquit: ut sciamus mustum
an aquam habeat, pyra silvestria, hoc est crudissima, in mustum coniice, et
si quidem aquam habuerit ad fundum mergentur. Nam si vas musto repleas,
dum sorbum aut pyrum immerges, supernatabit, quanto plus aquae addes,
plus mergetur malum ” (Magia Nat, Lugd. Batav. 1651, pag. 618, 19).
stato mescolato coll'acqua. “ Unde si in mustum mala vel pyra silvestria
immiseris, et mustum purissimum erit, supernatabunt mala et fluitabunt. At
si aquam admistam habuerint, mala fundum petunt introque merguntur.
Cum enim aqua musto tenuior sit, et levior facit ut malum subsidat. Quod
optime a Sotione descriptum est et satis curiose. Inquit: ut sciamus mustum
an aquam habeat, pyra silvestria, hoc est crudissima, in mustum coniice, et
si quidem aquam habuerit ad fundum mergentur. Nam si vas musto repleas,
dum sorbum aut pyrum immerges, supernatabit, quanto plus aquae addes,
plus mergetur malum ” (Magia Nat, Lugd. Batav. 1651, pag. 618, 19).
Galileo, il quale non immeritamente si riconosce per primo inventore
dell'Areometro, applicato agli usi della scienza, nella I Giornata delle Due
Nuove Scienze, descrive il seguente dialogo passato fra il Sagredo e il Sal
viati: “ — Io con un altro artifizio ingannai alcuni amici, appresso i quali
m'era vantato di ridurre quella palla di cera al giusto equilibrio con l'acqua,
ed avendo messo nel fondo del vaso una parte d'acqua salata e sopra quella
della dolce, mostrai loro la palla, che a mezz'acqua si fermava, e spinta nel
fondo o sospinta ad alto nè in questo nè in quel sito restava, ma ritornava
nel mezzo. — Non è cotesta esperienza priva d'utilità, perchè, trattandosi
dai medici in particolare, delle diverse qualità di acqua e tra l'altre prin
cipalmente della leggerezza e gravità più di questa che di quella, con una
simil palla aggiustata, sicchè resti ambigua per così dire tra lo scendere e
il salire in un'acqua, per minima che sia la differenza di peso tra due acque,
se in una tal palla scenderà, nell'altra che sia più grave salirà ” (Alb. XIII, 72).
dell'Areometro, applicato agli usi della scienza, nella I Giornata delle Due
Nuove Scienze, descrive il seguente dialogo passato fra il Sagredo e il Sal
viati: “ — Io con un altro artifizio ingannai alcuni amici, appresso i quali
m'era vantato di ridurre quella palla di cera al giusto equilibrio con l'acqua,
ed avendo messo nel fondo del vaso una parte d'acqua salata e sopra quella
della dolce, mostrai loro la palla, che a mezz'acqua si fermava, e spinta nel
fondo o sospinta ad alto nè in questo nè in quel sito restava, ma ritornava
nel mezzo. — Non è cotesta esperienza priva d'utilità, perchè, trattandosi
dai medici in particolare, delle diverse qualità di acqua e tra l'altre prin
cipalmente della leggerezza e gravità più di questa che di quella, con una
simil palla aggiustata, sicchè resti ambigua per così dire tra lo scendere e
il salire in un'acqua, per minima che sia la differenza di peso tra due acque,
se in una tal palla scenderà, nell'altra che sia più grave salirà ” (Alb. XIII, 72).
Dalle citate parole sembra che, rispetto alla invenzione, sieno da distin
guere due tempi: il primo, in cui la palla galleggiante non serviva ad altro
che alla curiosità di uno spettacolo, e il secondo in cui si fece di questa
stessa palla galleggiante l'applicazione all'uso areometrico. Il primo tempo
65[Figure 65]
guere due tempi: il primo, in cui la palla galleggiante non serviva ad altro
che alla curiosità di uno spettacolo, e il secondo in cui si fece di questa
stessa palla galleggiante l'applicazione all'uso areometrico. Il primo tempo
65[Figure 65]
Figura 57.
par doversi ridurre intorno al 1604, come si rileva da una lettera
di Don Antonio de'Medici che fa richiesta a Galieo della palla spet
tacolosa. “ Intendo (diceva quella lettera che è del 28 Giugno) che
V. S. ha una palla, che gettandola nell'acqua sta fra le due acque.
Vengo con la presente a pregarla vivamente di voler favorirmene
e consegnarla al P. D. Antonio Cerrato ” (Volinski, Lett. in. a
Gal., Firenze 1874, Lett. IV, pag. 16).
par doversi ridurre intorno al 1604, come si rileva da una lettera
di Don Antonio de'Medici che fa richiesta a Galieo della palla spet
tacolosa. “ Intendo (diceva quella lettera che è del 28 Giugno) che
V. S. ha una palla, che gettandola nell'acqua sta fra le due acque.
Vengo con la presente a pregarla vivamente di voler favorirmene
e consegnarla al P. D. Antonio Cerrato ” (Volinski, Lett. in. a
Gal., Firenze 1874, Lett. IV, pag. 16).
Quanto al secondo tempo, potrebb'essere che fosse verso il 1612,
quando pensò di trovare il peso specifico dell'aria, riducendo il
galleggiante in figura di quella caraffalla, che fu poi, in quasi
tutte le varie forme di questo strumento, adottata dai successivi
inventori. Così infatti ce ne descrive Galileo la figura e l'uso in
una Lettera al Nozzolini: “ Facciasi un vaso di vetro simile al
l'ABC (fig. 57) di qualsivoglia grandezza col collo AB lunghetto al
quanto ma stretto, e nel fondo C se gli attacchi tanto piombo o altro peso
si sommerga, sicchè solo avanzi fuori del-
quando pensò di trovare il peso specifico dell'aria, riducendo il
galleggiante in figura di quella caraffalla, che fu poi, in quasi
tutte le varie forme di questo strumento, adottata dai successivi
inventori. Così infatti ce ne descrive Galileo la figura e l'uso in
una Lettera al Nozzolini: “ Facciasi un vaso di vetro simile al
l'ABC (fig. 57) di qualsivoglia grandezza col collo AB lunghetto al
quanto ma stretto, e nel fondo C se gli attacchi tanto piombo o altro peso
si sommerga, sicchè solo avanzi fuori del-