1si percutiatur in B resonabit A in eodem instanti, et sonus ex B in A in
non tempore tunc ferretur, ex quo patet si quo tempore fit ictus in B de
tegatur lumen dignosci ex A num illuminatio fiat in instanti ” (ibi, c. 14).
79[Figure 79]
non tempore tunc ferretur, ex quo patet si quo tempore fit ictus in B de
tegatur lumen dignosci ex A num illuminatio fiat in instanti ” (ibi, c. 14).
79[Figure 79]
Figura 14.
Ma perchè per troppo breve di
stanza pativa d'esser teso fra'due
anelli quel fil di ferro sonoro, per
avere spazii più ampii si rivolse il
Viviani a praticare i metodi già proposti da Galileo, e sotto il dì 14 Aprile 1657
si trova di sua propria mano scritto questo ricordo: “ Feci giorni sono l'espe
rienza della luce nel modo insegnato da Galileo ” (MSS. Cim., T. X, c. 181)
e si scelsero per le due stazioni il monte della Verrucola e il campanile di
Pisa (Targioni, Notiz. cit., T. II, P. II, pag 585, 86).
stanza pativa d'esser teso fra'due
anelli quel fil di ferro sonoro, per
avere spazii più ampii si rivolse il
Viviani a praticare i metodi già proposti da Galileo, e sotto il dì 14 Aprile 1657
si trova di sua propria mano scritto questo ricordo: “ Feci giorni sono l'espe
rienza della luce nel modo insegnato da Galileo ” (MSS. Cim., T. X, c. 181)
e si scelsero per le due stazioni il monte della Verrucola e il campanile di
Pisa (Targioni, Notiz. cit., T. II, P. II, pag 585, 86).
Fu a questa occasione che avendo risaputo il Borelli, professore di Ma
tematiche in quello studio, de'preparativi che si facevano per l'esperienza,
si sentì eccitato a speculare un più facile e più squisito modo di praticarla.
Di ciò Cosimo Galilei, giovane, e che per ragione di studii soggiornava al
lora in Pisa, dava conto, con lettera del dì 4 Aprile 1657, al Viviani.
tematiche in quello studio, de'preparativi che si facevano per l'esperienza,
si sentì eccitato a speculare un più facile e più squisito modo di praticarla.
Di ciò Cosimo Galilei, giovane, e che per ragione di studii soggiornava al
lora in Pisa, dava conto, con lettera del dì 4 Aprile 1657, al Viviani.
“ Qui in Pisa vo godendo la conversazione dell'Ecc.mo sig. Borelli e
dell'Illustriss. signor Visconte D. Giacomo Ruffo, suo camerata ... In pro
posito del moto della luce ha escogitato il sig. Dottore una bellissima espe
rienza, per conoscere se questa cammina istantaneamente. Pensa egli di ac
comodare molti specchi disposti con quest'ordine, come vede V. S., A, B,
80[Figure 80]
dell'Illustriss. signor Visconte D. Giacomo Ruffo, suo camerata ... In pro
posito del moto della luce ha escogitato il sig. Dottore una bellissima espe
rienza, per conoscere se questa cammina istantaneamente. Pensa egli di ac
comodare molti specchi disposti con quest'ordine, come vede V. S., A, B,
80[Figure 80]
Figura 15
C, D.... (fig. 15) in maniera tale che il raggio del sole
da A si rifletta in E, e da E in B ecc. ed alla fine da Q
di nuovo se ne ritorni in E. Certa cosa sarà, se gli spazii
da uno specchio all'altro saranno grandi, che potrà asso
lutamente, se la luce non cammina instantaneamente, l'os
servatore posto in E conoscer qualche differenza dall'ap
parire il riflesso di A da quello di que Sopra della qual
cosa vi ha egli ritrovate alcune belle proposizioni, che io
adesso a V. S. significare non posso per la scarsità del
tempo. Pensa ancora di servirsi di questa esperienza per
vedere se veramente sia quella rifrazione nella region va
porosa addotta per causa dagli Astronomi di tante e tante
novità contro ogni aspettazione seguite ” (MSS. Gal. Disc.,
T. CXLIV, c. 32).
C, D.... (fig. 15) in maniera tale che il raggio del sole
da A si rifletta in E, e da E in B ecc. ed alla fine da Q
di nuovo se ne ritorni in E. Certa cosa sarà, se gli spazii
da uno specchio all'altro saranno grandi, che potrà asso
lutamente, se la luce non cammina instantaneamente, l'os
servatore posto in E conoscer qualche differenza dall'ap
parire il riflesso di A da quello di que Sopra della qual
cosa vi ha egli ritrovate alcune belle proposizioni, che io
adesso a V. S. significare non posso per la scarsità del
tempo. Pensa ancora di servirsi di questa esperienza per
vedere se veramente sia quella rifrazione nella region va
porosa addotta per causa dagli Astronomi di tante e tante
novità contro ogni aspettazione seguite ” (MSS. Gal. Disc.,
T. CXLIV, c. 32).
Dieci giorni dopo, lo stesso Borelli rendendo conto
de'suoi studii al principe Leopoldo, gli descriveva il nuovo
modo escogitato per esperimentare la velocità della luce,
così concludendo: “ Questa sperienza, come vede V. A. S.,
se nel praticarla non s'incontra qualche nuova difficoltà, oltre a quelle che
io ho preveduto, è la più squisita che si possa immaginare in questo pro
posito, se io non m'inganno, e però spero questa state, coll'aiuto e favore
di V. A. S., poterla mettere in opra, per assicurarmi d'un problema tanto
de'suoi studii al principe Leopoldo, gli descriveva il nuovo
modo escogitato per esperimentare la velocità della luce,
così concludendo: “ Questa sperienza, come vede V. A. S.,
se nel praticarla non s'incontra qualche nuova difficoltà, oltre a quelle che
io ho preveduto, è la più squisita che si possa immaginare in questo pro
posito, se io non m'inganno, e però spero questa state, coll'aiuto e favore
di V. A. S., poterla mettere in opra, per assicurarmi d'un problema tanto